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Il peso specifico delle donne


Qualche settimana fa ho avuto il piacere di partecipare, invitata dalla Dott. Casoli, a un convegno presso il circolo militare dell'esercito della Regione Lombardia, Palazzo Cusani, a Milano che aveva come titolo

' La grande guerra delle donne'. In occasione dell'anniversario della festa della donna, mi sono trovata all'interno di un meraviglioso palazzo che raccoglie in sè diverse epoche artistiche, ma che a me faceva sentire in pieno Risorgimento ad ascoltare che si parlasse delle donne con una consapevolezza un pò più profonda del solito. Di donne infatti, non è che non se ne parli. Il punto è come. L'apporto che le donne danno alla società e al suo sviluppo è immenso, eppure, a parere mio, ma a quanto pare non solo, ancora troppo poco riconosciuto nel suo valore e nella sua essenza.

Ebbene, trovo questa, una grande contraddizione rispetto a quanto viene ormai riconosciuto anche dalla storia, dalla ricerca storiaiografica, dall'iconografia che, rilevano tante figure femminili di prestigio culturale, sociale, artistico che con le loro vite normali o eccezionali hanno saputo dare un contributo importante e talvolta anche determinante alla storia stessa e alla sua evoluzione.

C'è da domandarsi come sia possibile allora che una società che si riempie la bocca di belle parole nella giornata dell'8 marzo, poi di fatto, abbia ancora una mentalità un tantino retrograda nel riconoscere il contributo femminile nella sua essenzialità e nella sua unicità. A questo stesso convegno, pensate che, il Generale Pennino, Generale del Comando militare Esercito della Lombardia ha tenuto a sottolineare durante il suo intervento, quanto l'unicità e le capacità femminili siano di gran lunga determiinanti e utili perfino in campo di situazioni di emergenza, in territori di crisi. Non potevo credere alle mie orecchie. Un Generale di Corpo di Armata che lavora quindi in un contesto che per la mentalità comune viene annoverato decisamente tra i contesti 'maschili' ha capito di più delle donne dei nostri latini quotidiani che sradicano gli alberi di mimosa e che ancora ignorano il profondo valore delle capacità e delle abilità che le donne hanno da spendere sul territorio famigliare, sociale che, non c'è che dire, più che territori di crisi quelli...A mente più fresca poi, a pensarci, non avrei dovuto stupirmi visto che nell'esercito le donne godono di parità di funzioni e retributiva.

Quante donne ha visto la storia. Quante figure femminili spesso avvolte nell'ombra, ma di fatto con un valore dirompente per molti esiti. A me piace vedere le donne protagoniste di cultura, impegnate in prima linea. Mi piace riguardare a particolari figure femminili come a delle icone. Ognuna nel suo stile e nel suo genere. Icone di una femminilità che si espande all'esterno di sè e che apporta un cambiamento. Donne con peso specifico. Donne che hanno avuto il coraggio di combattere come eroine e non perché pensavano di diventarlo, ma semplicemente perché non hanno potuto fare a meno di tirare fuori le loro forze e le loro energie per conquistare diritti talvolta semplicemente umani prima ancora che fondamentali. La prima guerra mondiale è stata, secondo la storia, un grande teatro di figure femminili importanti e non perché famose, almeno non tutte. Ma perché in qualsiasi compito o ruolo esse abbiano svolto hanno dato alla storia un contributo identico e paragonabile sia nello spessore che nel valore a quello degli uomini, come delle autentiche combattenti. Questo, in effetti, se ci pensiamo, non suona strano, se pensiamo che di lì a poco, in tutta Europa le donne cominceranno ad avere diritto di voto, anche se ahimè la nostra Italia è stata tra gli ultimi ad assegnargliela nel 1946. E allora sì che viene da dire ' La grande guerra delle donne' a rappresentazione di quella guerra reale e dura che esse hanno dovuto combattere non in un periodo limitato come quello della prima guerra mondiale, ma lungo i secoli per potere arrivare dove sono ora, un punto in cui, tanta strada è stata sicuramente fatta, ma altrettanta ne manca ancora e talvolta, sembra, più sui concetti di base. Abbiamo conquistato tanti diritti, anche grazie ai movimenti femministi che hanno connesso, credo, le donne alla loro Forza che era l'unico modo per ribellarsi al sistema che le donne le voleva soltanto come diremmo oggi alla stregua di una colf. Personalmente, non amo i movimenti femministi, non ho mai particolarmente apprezzato il femminismo nella storia, almeno non per le conquiste di cui abitualmente si parla, tipo ' L'utero è mio e me lo gestisco io'. Ma di sicuro non possiamo nasconderci che, se non ci fosse stato il femminismo a tirare fuori le donne da una mentalità napoleonica che le segregava nelle prigioni domestiche, molte delle grandi cose successe dopo non sarebbero potute accadere. Il 1 gennaio del 1948, infatti, le donne entreranno in Parlamento, sia alla Camera che al Senato e la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo includerà il principio della parità dei sessi. Cosa, quest'ultima, da far sorridere o accaponare la pelle, se pensiamo che, a parlare di donne e a parlare di uomini, parliamo sempre di una stessa cosa: un essere umano.

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