Come guardiamo alle persone
L'altro giorno, per puro caso, mi sono imbattuta in un post di una associazione che si sta occupando di raccogliere fondi per le vittime del Nepal. Mentre scorrevo i commenti che vi erano sotto, me ne è balzato uno all'occhio di una signora che lamentava da parte del suo parroco la tendenza a occuparsi più di organizzare feste e attività pratiche e di essere superficiale e disattento su questioni che dovrebbero essergli più consone.
Nelleo stesso tempo, mentre riferiva il suo punto di vista sul parroco e sul suo comportamento, si mazzulava da sola la coscienza criticando se stessa per aver commesso 'maldicenza'.
Ebbene, se non fossi nata in ambiente cattolico e non capissi quindi perfettamente quanto preti e catechisti ti imbevono il cervello di non operare maldicenza sul prossimo, di non parlare male di nessuno, perchè non dobbiamo giudicare nessuno, non avrei colto quale era il conflitto interiore che animava questa povera donna che semplicemente aveva notato la palese incoerenza nel comportamento del suo parroco.
E allora mi sono domandata: ma possibile mai che abbiamo le idee così confuse? Possibile mai che sono coloro che notano le incoerenze, le cose che non vanno, le palesi contraddizioni nella società e nelle persone a fustigarsi la coscienza, mentre chi le opera prosegue imperterrito senza farsi la minima domanda? Non sarà così che, a furia di dirci che non dobbiamo giudicare nessuno, abbiamo smesso di giudicare ciò che è bene da ciò che è male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e quindi abbiamo perso completamente di vista che va bene che siamo tutti imperfetti e peccatori, ma sono le persone che commettono le azioni e non i fantasmi? Dove sta scritto che non devo giudicare il mio parroco se si è perso nell'efficientismo invece che portare alla massima espressione il ministero a cui è chiamato concentrandosi prima sull'essenziale e poi sul secondario?
Deve essere lo stesso procedimento mentale che porta i nostri beneamati politici a trincerarsi dietro il cattolicesimo pur facendone poi peste e corna. Deve essere per questo che abbiamo perduto la capacità intuitiva innata di distinguere belle persone da persone opportuniste, persone ricche dentro e persone aride e concentrate soltanto sul denaro e sui suoi derivati.
Dobbiamo reimparare a guardarci dentro e a guardare dentro. E dobbiamo imparare ad avere il coraggio di dire che una cosa non va se non va. E non dobbiamo sentirci in colpa quando denunciamo qualcosa che non va. Benchè non vorrei vedere il mondo bianco e nero, ed anzi mi impegno tutti i giorni a vederlo ricco di colori, stringi stringi, quatto quatto, pare che il mondo si divida in persone che si interrogano e persone che non lo fanno, in persone predisposte al cambiamento e persone granitiche ad esso perchè in fondo il cambiamento non gli interessa neppure.