Viva i nonni, abbasso gli invasori
Quando dopo la nascita di un figlio la neo-mamma si trova a dover arginare l'invasione barbarica dei parenti, pensa che esagera e che certi timori di interferenza siano eccessivi, ma soprattutto difficilmente penserà che qualcuno sta compromettendo il suo lecito diritto alla maternità invadendo gli spazi e i confini spesso fisici, emotivi ed educativi riferiti al suo nuovo ruolo. Ebbene, reali o supposte che siano tali interferenze, invito le neo-mamme a fissare subito dei paletti incardinati sul principio: " Il figlio è mio e di mio marito e lo educhiamo noi!". Questa preliminare, netta, chiara ed evidente precisazione che va spesso in un certo senso urlata, in senso buono, giacché la parte che invade generalmente è anche sorda, deve essere tempestiva altrimenti, il rischio è quello di costruire relazioni già di partenza scombinate o ibride, e di covare dissapori, malumori e risentimenti considerevoli che di certo non fanno bene nè alla madre, nè al nascituro.
Perché parlo di relazioni ibride? Perchè nei rapporti bisogna essere sempre chiari. I nonni sono nonni e non genitori bis o in seconda. Le regole le stabiliscono i genitori e i nonni le rispettano. Se non lo si fa vi saranno sempre malintesi, prevaricazioni o comportamenti non adeguati allo sviluppo e alla crescita del nascituro. Se ci pensate non è difficile. Provate a immaginare la cosa in tutt'altra natura di cose e situazioni. Pensate a coppie separate o divorziate in cui uno dei due invade ancora emotivamente i confini dell'altro. Di sicuro non lascerebbe indifferente il nuovo partner della persona invasa. E si creerebbero poi situazioni ambigue, difficili da gestire per se stessi, per gli altri ed anche per i figli. Anzi, mi raccontava una signora che nel suo caso ha reso impossibile altri rapporti perché i coniugi separati al'esterno in realtà non lo sembravano per l'invadenza di uno dei due. Io dico che ciascuno deve sempre in ogni situazione imparare a stare al proprio posto. Ma ciò è frutto di un considerevole lavoro su se stessi e sul proprio carattere. Ma torniamo ai nonni. Quando torna a casa dall'ospedale, la neomamma può anche sentirsi in colpa e pensare di essere egoista perché desidera la propria quiete e il proprio spazio riservato con il proprio figlio e può essere portata a giustificare a oltranza le ingerenze nei propri confini spiegando il tutto con la difficoltà dei nonni ad entrare immediatamente nel loro ruolo e a saper riconoscere i confini di una sana relazione parentale. Poi, grazie al confronto con altre mamme e con tante situazioni di vita, la neo-mamma si renderà conto che questa incapacità di saper comprendere e accettare i confini giusti della nuova famiglia è un problema non solo personale di qualche nonno, ma un vero e proprio problema culturale diffuso. Oltre tutto, con il fatto che, con la vita che conduciamo i nonni servono per fare mille cose, si rischia di perdere di vista l'essenziale e cioè, intanto che i nonni come l'asilo del resto, non sono un parcheggio per i propri figli, ma che soprattutto non si deve chiudere un occhio a fronte di invasioni spesso inopportune e anche fastidiose sia nello spazio fisico ed emotivo della nuova famiglia così come nelle scelte e nelle modalità educative che i genitori decidono per i figli. In poche parole, care mamme, cercate di mettere subito in silenzio i suggeritori automatici non richiesti che peraltro basano spesso i loro suggerimenti su vecchie tradizioni non sempre aggiornate, su pareri del tutto personali e magari anche scombinati dettati dalla loro volontà di prevaricare un ruolo o di fare ' il di più' di quanto da nonni sono in realtà chiamati a fare. A volte pure si pensa che i nonni ne debbano sapere di più perché più vecchi, ma detto sinceramente questo non è proprio per nulla detto. Anzi. Dipende dai nonni e dipende dalla loro storia, ma soprattutto dipende anche dalla loro capacità di riconoscere che a un certo punto si devono fermare e che decenni di educazione, così come di evoluzione nelle capacità e nelle generazioni hanno reso e rendono le cose molto diverse dagli anni in cui loro sono stati genitori. Spesso, infatti, i nonni si nutrono anche di paragoni con gli altri bambini, mentre ogni bambino è a sè e non solo non è giusto paragonarlo ad altri per quando ha camminato, mangiato, etc...ma questa mentalità è addirittura devastante di partenza. Io dico che un figlio è un figlio e nessuno ci restituisce il tempo che non abbiamo trascorso con lui\lei e pertanto non posso che invogliare le neo-mamme a non regalare a nessuno la propria maternità. Rivendicatela di diritto, anche perché se non lo farete è praticamente automatico che diventerete voi le nonne invadenti che adesso criticate. Le fasi della vita non perdonano. Se non sono vissute quando è il momento, poi, a un certo punto della storia bussano inspiegabilmente alla porta quando un evento le fa risuonare dentro di noi, riportandocele a galla.
Quando questo avviene è un bene. Il punto è che bisogna imparare a gestirle altrimenti ne veniamo fagocitati a dismisura. Se invece ne facciamo un percorso di crescita e di evoluzione non solo saneremo le nostre ferite, ma passeremo anche al nostro stadio evolutivo successivo. Che non è quello dalle scimmie all'uomo, ma da esseri superficiali a essere profondi. Impareremo ad andare oltre i nostri copioni esistenziali spesso inefficaci nella nostra vita e impareremo a fare tesoro di tutto.
Quindi, come dice l'opinione comune, ' meno male che ci sono i nonni?'. Certo, purchè capiscano che essere nonni non vuol dire prendersi una rivalsa sul tempo perduto su quando loro erano distratti, severi o superficiali educatori dei loro figli. Se la neo-mamma saprà fare tutto ciò, i figli la ringrazieranno per esserci sempre stata e i nonni sapranno che era giusto così. Supposta certo, la maturità dei nonni. Cosa sicuramente non scontata, giacchè anzianità non fa sempre rima con maturità.