Al di là della vergogna

Ho imparato nella vita che la vergogna è un sentimento o una emozione che può essere superata.

Ho imparato che generalmente prova vergogna chi non dovrebbe e non la prova chi dovrebbe, forse semplicemente perchè senza tante spiegazioni difficili, provare vergogna implica una coscienza fine.

In ogni situazione della vita, sono le vittime a vergognarsi, mai i carnefici. Questi ultimi sempre forti e pieni di sè fino alla fine, senza un cedimento e senza un senso di colpa. E' così che in Italia, megli ultimi anni si sono collezionati moltissimi suicidi. Di imprenditori, di persone, di gente che soffre, che vive delle difficoltà sovraumane, ma che generalmente si ritrova da solo ad affrontarle. E così, uno lotta, lotta, lotta, ma a un certo punto la forza viene meno. VOGLIO UNO STATO CHE ASCOLTI. VOGLIO UNA GIUSTIZIA CHE NON SIA SORDA, VOGLIO PESONE CHE NEI RUOLI GIUSTI SIANO COSCIENTI CHE HANNO A CHE FARE CON VITE UMANE E NON CON NUMERI. E voglio un mondo diverso. Perché in un mondo dove sono i corrotti, i furbi, i manipolatori, etc...a vincere è un mondo che sarà sempre più simile all'Inferno.

Perché, in un mondo così fatto, ad adattarsi possono essere soltanto i camaleonti, non certo le persone autentiche. Mai vergognarsi di chi siamo, nè delle difficoltà che abbiamo, soprattutto se sappiamo nel profondo del nostro cuore di non essere persone malvage, ma altresì buone e meritevoli di bene.

La vergogna a volte deriva dai complessi che ci portiamo dietro. In una società che ci chiede di essere sempre perfetti e senza difetti, in cui le nostre prestazioni devono essere sempre al massimo anche quando non ci vengono neppure dati gli strumenti per fare sì che questo avvenga, siamo noi a sentirci in difetto, a considerarci inferiori, inadeguati e fallimentari. Ebbene, io credo che a un certo punto, dobbiamo imparare a capire che non è l'oppresso che si deve vergognare, ma l'oppressore.