Bellezza è sensibilità e sensibilità è bellezza
Mi sono accorta con il tempo che il termine sensibilità non è poi così chiaro per tutti. Certe volte una persona può pensare di essere incredibilmente sensibile soltanto perché piange davanti ai film romantici o davanti a Bambi. Certe altre, qualcuno può pensare che ha una sensibilità accentuata soltanto perché soffre tanto, perché sente tanto. E certamente questi due esempi non sono in contraddizione con il concetto di sensibilità. Tuttavia, a mio avviso la sensibilità è molto di più. Sensibilità è sentire l'altro. E' sentire i suoi moti di gioia o di travaglio, è sapere a volte stare in ascolto anche dei suoi silenzi che, spesso sono più portatori di sentimenti puri che le parole stesse. Questo ascolto però nei confronti dell'altro è possibile soltanto se prima abbiamo imparato ad ascoltare noi stessi per la legge che non possiamo dare ciò che non abbiamo. Sono giunta alla conclusione che, la sensibilità sia un talento per alcuni innato mentre per altri sia una specie di alfabetizzazione che va inseguita a tambur battente. Un pò come, per fare un esempio calzante, se un bambino cresce in una giungla per vivere nella società civile dovrà essere educato adeguatamente. Ebbene, riguardo alla sensibilità avviene in qualche modo il contrario. Sono le cosidette persone che vivono nella società civile ad essere analfabete e a dover essere alfabetizzate. Certe volte, mi pare infatti che abbiamo davanti degli orango tango della sensibilità, tanto per sdrammatizzare un pò. E' come se le persone vivessero in una dimensione talmente lontano dal cuore, a contatto con la sola materialità che tutto il resto scompare. Ebbene, è inquietante vedere come, nel 2015 siamo sotto parecchi punti di vista degli incredibili analfabeti.