Forconi e tacchi a spillo
Riccardo Iacona, giornalista con un occhio di particolare attenzione nel suo lavoro alle donne ed autore anche di un libro intitolato '' Se questi sono gli uomini', paragona il nostro paese rispetto a quanto accade alle donne a una sorta di Afganistan. Per quanto possa apparire forte il paragone a chi si soffermi su una visione superficiale della questione donne - e non mi riferisco solo quindi al problema del femminicidio- in realtà ben trasmette il punto di evoluzione culturale che il nostro paese porta ancora in sé sul modo di vedere la donna e le donne. Mi allaccio quindi alle parole di questo giornalista per tracciare la mia di opinione e considerazione a riguardo: molti uomini italiani e molte donne sul tema delle donne vivono ancora nelle caverne. Nelle caverne di un pensiero dove la donna in qualunque salsa la metti deve stare a subire zitta e in silenzio. E non è questione di femminicidio. Io qui non parlo di episodi e vissuti che sfociano nell'omicidio, qui parlo di una cultura di base sulle donne che non si può neppure definire vecchia o retrograda, ma propriamente ottusa. Basti pensare a come viviamo noi donne la nostra quotidianità rispetto agli uomini. Gli uomini fanno una cosa soltanto: lavorano. Poi per il resto, salvo qualche raro caso di illuminato, ma molto molto raro, noi cresciamo i figli spesso da sole e con padri assenti o immaturi, lavoriamo, ci barcameniamo senza sicurezze in un periodo di crisi economica drammatica, sappiamo anche reinventarci attingendo a quelle innumerevoli risorse che ci appartengono nell'interiorità, svolgiamo tutti i compiti della quotidianità e spesso anche questi da sole e senza aiuti, e ci sono ancora uomini e donne delle caverne che si permettono ancora di poter dire che non è abbastanza? Naturalmente questi sono gli stessi che o si fanno ancora rimboccare le coperte da mammà o quelli che non hanno mai avuto difficoltà a conciliare lavoro e famiglia, quelli che non hanno mai fatto scelte radicali nella loro vita scegliendo la coerenza in luogo della falsità, oppure poltronari con la poltrona sicura a cui la maternità non ha portato via niente.
Stiamo a parlare ancora della giornata mondiale contro la violenza alle donne?Ma nel nostro paese la violenza alle donne è quotidiana, culturale, costante e corrisponde a un pretendere da loro sempre di più, senza il minimo riconoscimento ed anzi, spesso mettendo loro innumerevoli bastoni tra le ruote perché essendo anche madri l'unica cosa che chiedono è una flessibilità nelle modalità di lavoro onde poter conciliare meglio entrambe le cose. Non a caso molte donne negli ultimi anni hanno scelto di riversare le loro risorse nel web in quanto la realtà virtuale si è tramutata in una concreta opportunità di lavoro. E ai trogloditi di una società mentalmente ritardata cosa chiediamo? Vi va bene che questi uomini siano mezzuomini e figli vita eterna? Vi va bene che pur non facendo neanche un decimo di quello che fanno le donne continuino a giudicarle e schiacciarle magari sotto il peso di una violenza economica o psicologica? Ma dove vivi società del 2016 ancora nelle caverne? E allora sai cosa ti meriti? Ti meriti che le donne si incazzino a tal punto da prendere i forconi in mano e venire a pungerti il sedere. Ti meriti che le donne diventino anche un pò cattive e si ribellino a questa ignoranza ottusa, ti meriti che ti inducano con la forza a cambiare modo di vedere le cose visto che con le buone maniere non si ottiene nulla. Ma mi raccomando, care donne, facciamolo con aplomb, anche l'incazzatura con aplomb...che altrimenti siamo noi per le miss che ovunque stanno nelle istituzioni a esagerare!
Perché in Italia ci possiamo permettere una ministra che ha un attacco di isteria, ma non donne e mamme normali che GIUSTAMENTE si incazzano dopo che gliene hanno fatte di tutti i colori.
Quindi mi raccomando, forconi e tacchi a spillo per non perdere mai la nostra innata femminilità.