Il caffè Pedagogico. L'amore pulito.
Come dicevamo nel nostro precedente caffè, l'amore non è né questione di fortuna né questione di istinto.
Esso presuppone maturità e consapevolezza. In questo incontro non mi voglio occupare della 'costruzione' di un rapporto di amore, quanto della fase precedente e cioè di quando un essere umano che si innamora è convinto che quello sia amore. Diciamo quindi che, ben sapendo intellettualmente che esiste una differenza enorme tra innamoramento e amore, di fatto, nella realtà tendiamo a confonderli molto spesso. Poiché quando ci innamoriamo sono molte le componenti del nostro essere che vengono coinvolte, può capitare che facciamo fatica a discernere cosa ci sta succedendo. Allora vi è chi, più istintivo vi si abbandona con immediatezza e senza pensare a cosa capiterà dopo e chi invece, forse più razionale o semplicemente più scottato da brutte esperienze, cammina con i piedi di piombo. A seconda dell'età e della maturità che abbiamo quando ci innamoriamo, ci innamoriamo in modo diverso e così anche di persone differenti. Quante volte ci è capitato di dire a noi stessi, dopo la fine di una relazione e quindi dopo una nostra maturazione o cambiamento profondo, ' ma come ho fatto a innamorarmi di quella persona?'. Come se quella persona non c'entrasse più nulla con la persona che noi siamo diventati. E' che come persone umane, come individui, siamo sempre in evoluzione e l'amore dovrebbe accompagnare questa evoluzione, raccogliendo i buoni frutti delle evoluzioni di entrambi così come accettando le difficoltà dei limiti evolutivi dell'altro. Invece accade molto spesso che quando scegliamo non siamo davvero 'preparati' all'amore e così finiamo per scambiare per amore qualcosa che amore non è per nulla. Magari scambiamo per amore una infatuazione forte dell'altro, una attrazione sessuale prepotente, oppure una alchimia intellettiva particolarmente feconda. Non che tutte queste cose non siano componenti dell'amore, ma bisogna saperne distinguere l'importanza. Infatti, se credendo che sia amore ci abbandoniamo a una relazione basata solo sul sesso, a un certo punto, una volta esaurito il fuoco dell'attrazione l'altra persona ci sembrerà pressoché un estraneo. Se invece concentreremo tutto su una relazione con il centro di noi stessi e dell'altro, ecco che allora, ogni aspetto avrà la sua importanza, ma vi sarà una maggiore probabilità che quello sia amore e non semplicemente attrazione. Come capirlo quindi? Innanzitutto, conoscendo se stessi, chi siamo, come siamo e cosa vogliamo. Guardarci dentro con sincerità, onde evitare di entrare in una relazione solo perché non siamo capaci di stare da soli e quindi andando così a creare più una relazione di dipendenza che una relazione di amore. E poi, guardare all'altro con altrettanta sincerità. L'idealizzazione passa. La realtà della persona resta. Pochi sconti se quindi vi sono cose dell'altro che proprio non riusciamo ad accettare e che non si possono cambiare. C'è la probabilità così di essere più 'selettivi'? Più che selettivi direi consapevoli. Più selettivi forse rispetto alla comprensione di quanto per noi possa andare bene oppure no. C'è sempre nell'amore qualcosa di ignoto, inaspettato e fuori dal controllo razionale. Se così non fosse potrebbe essere deciso a tavolino ed esso non lo è. Ma esso non è neppure un istinto incontrollato. Si presuppone che, con un buon grado di maturità, consapevolezza, conoscenza di noi stessi e di cosa vogliamo in un rapporto, capacità di stare da soli e quindi non dipendenti da una relazione a tutti i costi, e chiarezza su tutte le componenti dell'amore per noi fondamentali ci possa essere più probabilità di cogliere nel segno. In questo senso è utile raccogliere le esperienze del passato e farne tesoro. Gli errori ci insegnano sempre cosa abbiamo sbagliato e non dobbiamo ripetere e magari anche cosa vogliamo proprio di diverso rispetto a prima.