La mafia è una montagna di merda. Anche a Saronno.
Ospedale di Saronno, dicembre 2016
Nel dicembre del 2016 accade che, in un ospedale della Provincia di Varese, emergano fatti inquietanti circa una coppia di persone disturbate che, a quanto pare, dai fatti e dalle intercettazioni degli inquirenti operavano la 'dolce morte' sui pazienti, autoproclamandosi così 'signori di delirante onnipotenza'.
E accade che, al fianco di parecchie persone in cui ha prevalso per varie ragioni il principio di omertà, due al contrario sono state animate dal principio di onestà. Mi sento di contrapporre a discapito di parecchie tendenze questi due principi, in quanto in un mondo dove tutto tace anche di fronte alla peggior corruzione possibile, due anime comuni quanto quelle che tacevano, del medesimo grado e professione degli altri, altrettanto scoperti e mancanti di sicurezze a fronte di una denuncia, decidono di assumersi la responsabilità di essere onesti. E questa è una cosa che, oggi giorno, fa notizia. Fa notizia chi si oppone al sistema, in mezzo a milioni di persone che il sistema lo abbracciano e si rifiutano di combatterlo perché reputano senza speranza l'esito della battaglia. Mi sento quindi di lodare il coraggio di queste due persone, perché di coraggio si tratta. Ci vuole coraggio a denunciare. Ci vuole coraggio a dire no a un sistema che nessuno denuncia, ma che anzi, a quanto pare viene reso lecito da un silenzio che senza opporsi, finisce per acconsentire. Eppure, che dire, denunciare persone di quel genere dovrebbe essere un qualcosa secondo coscienza che chiunque dovrebbe poter e voler fare. Ma ciò non accade. Domandiamoci il perché. Io, la domanda me la sono posta, diverso tempo fa, quando ho cominciato da comune cittadina, ma con un cervello pensante a confrontarmi con diversi enti pubblici e-chi di noi, cittadini normali, non ha occasione per confrontarsi con enti pubblici? Tutti l'abbiamo. Dal piccolo ufficio postale al tribunale, dal pronto soccorso all'ospedale, dall'avvocato al notaio, professionalità miste di pubblico e privato in cui tutti, prima o poi nella vita ci imbattiamo per malasorte o sfortuna. Ed ecco qui che, anche a un occhio non particolarmente dotto e dotato di tecniche psicologiche o di intuizione magica, balzano subito all'occhio i cosiddetti 'bruciati', cioè, in gergo popolare, i fuori di melone, le vittime del burnout di un sistema che fa impazzire chi vi opera ma continua a tenerli al proprio servizio, permettendo loro di fare danni immensi alla collettività e perfino indisturbati. Per quale motivo indisturbati? I fatti accaduti a Saronno ci dimostrano molto chiaramente il perché. Perché la gente non ha il coraggio di denunciare. Del resto, con la paura che la 'mafia' ci mette con il fatto che quel medico è il cugino di quel politico importante, con il pressing del clientelismo tutto italiano, oppure anche semplicemente perché un cittadino che denuncia una persona di 'potere' è come Davide davanti a Golia. Le denunce sono come la fionda nelle mani dei cittadini, ma poiché questo per un sistema corrotto che vuole mettere a tacere è un fastidio, cercano in tutti i modi di toglierci questo diritto. E badate bene come ce lo tolgono? Mica impedendoci di denunciare...Macché, non è difficile fare una denuncia, basta andare a depositarla in Procura, mettere una bella marca da bollo da 1,84 per avere la prova della data certa di deposito e consegna e, attendere i tempi della Procura. In quale modo il sistema ci dissuade dal denunciare? Anche qui, i fatti di Saronno ce lo indicano chiaramente.
Pare che l' infermiera, prima di sporgere denuncia ai Carabinieri, avesse già, in realtà, fatto esposti alla Direzione Sanitaria, cioè avesse già segnalato evidenti anomalie a quanto dovrebbe accadere nella normalità in un ospedale, ma che la Direzione Sanitaria avesse risposto con un due di picche. Strano no?
Quanto è accaduto all'ospedale di Saronno, che ovviamente ha delle connotazioni criminali per i fatti e le intercettazioni, è in realtà uno specchio molto reale di quanto accade ovunque in Italia. Fuori di melone li abbiamo dappertutto, in tutti quei luoghi dove si prendono decisioni importanti, ma lungi dall'interrompere il loro servizio secondo quanto direbbe loro la coscienza se l'ascoltassero, vi proseguono compiendo danni assurdi sulle spalle di cittadini indifesi e fragili che, quando entrano in un ospedale, in un tribunale o in una istituzione pubblica preposta a decisioni sulla vita e la morte delle persone, sono indiscutibilmente nudi davanti a chi esercita un potere con tanta negligente superficialità e tanta sufficienza condita spesso anche da una ignoranza supportata da aggiornamenti professionali rimasti al '15-'18. Si parla così tanto di riforme in Italia. Riformiamo la Giustizia, riformiamo la Sanità, riformiamo la burocrazia....Sbagliato!
La prima cosa da riformare sono le persone nelle istituzioni, cacciando senza pietà i fuori di melone, coloro che meritano di essere denunciati e allontanati dal pubblico servizio in quanto detentori di un potere di cui abusano a danno della collettività e in mezzo all'indifferenza di colleghi o professionalità che vedono ma fanno finta di niente perché è più comodo. Noi cittadini non dobbiamo dire NO solo al referendum, dobbiamo imparare a dire NO nella vita di tutti i giorni a questi continui soprusi che persone senza coscienza e senza, talvolta, perfino, senso comune operano sulle nostre spalle e a nostro danno.
La mafia non più nel nostro paese solo 'cosa nostra'. La mafia sono questi atteggiamenti diffusi dell'italiano medio che quando entra in una istituzione o quando ci lavora vede che 'qualcosa non va', ma fa finta di non vedere perché è la prassi, perché ovunque accade così, perché la raffazzonatura è concessa sulla pelle delle persone, perché se la raffazzonatura si trasforma in malagiustizia o malasanità, questi mafiosi hanno il coraggio di risponderti ' Eh, cosa ci deve fare signora, questa è l'Italia, in Italia le cose funzionano così...''
E quindi? Noi cittadini, noi persone NORMALI che dobbiamo fare? Accettare che soggetti bruciati, psichiatrici, patologici, o anche semplicemente ignoranti e negligenti decidano per noi? Noi dovremmo accettare che il nostro paese funzioni così?
Noi dovremmo accettare che le metastasi abbiano il sopravvento sulla parte di corpo sano? Ma neanche per sogno!
Cacciare questi soggetti, denunciandoli, è la migliore chemioterapia che possiamo investire sulla sanità del nostro paese. E non ha controindicazioni, perché eliminare questa gente vuol dire avere una mela marcia meno, una metastasi in meno che concorre all'abbruttimento di una società che invece ha tanto bisogno di bellezza e non di superficialità. C'è solo un piccolo, piccolissimo ostacolo che dobbiamo superare ed è questo: che a una società dove i pazzi e i corrotti nelle istituzioni sono abbondanti, è il semplice cittadino intelligente che appare pazzo perché va contro tendenza, contro i cardini che fino ad allora nessuno aveva mai osato toccare. E Dio solo sa quanto al potere dia fastidio l'essere messo in discussione, l'essere puntellato, l'essere obbligato dalla propria coscienza se la possiede a piegarsi a non accettare che negligenza e raffazzonatura siano considerate la norma, obbligato a mettersi gli occhiali in un ente, in una istituzione dove l'essere ciechi è più conveniente per una diplomatica politica del mettere tutto a tacere. In poche parole, cari cittadini onesti, che ormai fate notizia, perché le metastasi sono diffuse ovunque, non abbiate paura, o meglio, superate la paura con il coraggio, come hanno fatto questi due infermieri dell'ospedale di Saronno che hanno messo davanti a loro stessi e ai loro interessi, il bene della collettività.
Solo cittadini che hanno ripreso coscienza del proprio diritto di dire NO, non a un referendum, ma a quanto non va, sono cittadini che diventano sovrani prima che del loro paese, delle loro vite, impedendo a mafiosi, corrotti, bruciati, negligenti, folli, superficiali di prendere il sopravvento e sulla loro vita e sulla vita di tutta la collettività.
E soprattutto denunciate tutti questi 'protocolli' taciti che nelle istituzioni vengono applicati sotto il pretesto di una raffazzonatura, sotto il pretesto del 'fanno tutti così', ....
Se c'è una cosa che dobbiamo avere cara è la nostra vita e ovunque andiamo dobbiamo obbligare chi esercita il potere a rispettarla. E' triste dover dire che ' occorra obbligare al rispetto dei cittadini'. Ma lo stato di degenerazione ambientale degli enti pubblici è giunto a un livello di tale degrado che bisogna metterli tutti, - loro- in una bella caserma per raddrizzarli.