Questa è la vera Bastiglia: togliere i mediocri dal potere
Un articolo molto interessante tratto dal blog L'urlo di Angelo Mincuzzi, giornalista del Sole 24 ore, mi ha fatto riflettere. Il tema dell'articolo, per intenderci, era il concetto di società della mediocrità. Secondo l'articolo e secondo il saggista che lo ha ispirato, Alain Deneault, scrittore e sociologo canadese che si è occupato di lotta alla criminalità e alla corruzione, il maggiore problema delle società oltre alla mediocrità delle persone poste nei ruoli che contano, è il fatto che lo 'spirito critico deve essere limitato e ristretto all'interno di specifici confini perché se così non fosse, potrebbe rappresentare un pericolo. Il mediocre insomma deve 'giocare il gioco', dove per giocare il gioco, altro non si intende che diventare complici di un sistema. Ecco, direi che, seppur questo saggista ancora non sia stato tradotto nella nostra lingua, il suo pensiero ben si accosta alla società italiana dove in effetti chi sta al potere è assolutamente complice del sistema ed anzi, tutti coloro che vi si oppongono vengono considerati pericolosi. E' pericoloso Nino Di Matteo e viene minacciato con un 'monton' di tritolo pronto a esplodere, erano pericolosi Falcone e Borsellino e infatti li hanno fatti fuori, erano e sono pericolosi tutti coloro che offrono il loro contributo all'antimafia sul serio e non in parvenza, sono pericolosi i giornalisti che fanno seriamente il loro lavoro e spesso sottopagati rispetto al loro valore, sono pericolosi docenti e professori che insegnano alle nuove generazioni l'esistenza di altri modi di pensare che non siano quelle del pensiero unico e dominante - e infatti non sono mancate nella storia anche uccisioni di eminenti figure di cultura - è pericolosa la gente del popolo quando si incazza e viene definita 'accozzaglia', ma una accozzaglia in grado di cambiare il risultato di un referendum a sfavore dell' establishment, sono pericolose anche la signora Pina e la signora Lina se si rifiutano si sottostare a regole dettate dai palazzi delle ostriche e del caviale. In questo periodo, sul web si legge tanta preoccupazione per dove stiamo andando. Infatti, mentre la televisione e l'informazione che passa solo per quei canali, addormenta il popolo con armi di distrazioni di massa come l'ansia e il panico per la meningite e i vaccini o costruisce miti da adorare con le emozioni come Valeria vittima del Bataclan, le sorti del paese sono in condizioni di cui pochi si preoccupano coscientemente. Chi è seduto sulle calde poltrone di un palazzo, forse non coglie il livello della rabbia del popolo che sta salendo. E poichè si sa che l'establishment non è portato dalla storia a fare ammenda dei propri peccati, la gente ormai teme la rivoluzione come qualcosa di violento e pericoloso. Dovremmo, a dispetto di tutti gli insulti che riceve, ringraziare Grillo per avere fatto forse senza saperlo, forse sapendolo, non lo so, da catalizzatore della rabbia di un paese che diversamente si sarebbe già consegnato alla furia giacobina. Ma la mia domanda è: quando è che prendiamo la Bastiglia? A parere mio, la Bastiglia si comincia a prendere mandando a casa loro, gli indegni che ovunque abbiamo, servi e schiavi di un sistema che li vede complici per comodità, interesse, facciata, immagine, parassitismo. Caro presidente Mattarella, lei che quest'anno ho deciso di non ascoltare perché tanto avrei potuto prevedere ogni parola di quelle che ha espresso, lei, il presidente del silenzio seppur fratello di un uomo ucciso dalla mafia, lei che dovrebbe essere il garante quanto meno morale di un paese allo sfascio, forse, mi permetta, farebbe bene anche lei a lasciare l'incarico a un presidente maggiormente partecipativo ed empatico con le sorti di questo paese. Non me ne voglia a male, in lei in origine avevo sperato, forse malata anch'io di quel brutto copione tutto italiano per cui speriamo sempre in un qualche salvatore della patria che venga a portarci via dai nostri mali. Mica è colpa nostra se siamo spiritualmente figli di Madre Chiesa che ha in noi inculcato questo pensiero fino a trasportarlo alle estremità di un masochismo eccessivo e perfino disgustoso per chi almeno un pizzico di dignità l'ha ancora conservata. Caro presidente Mattarella forse è il caso che sia proprio lei a guidare fuori dal palazzo tutti quegli sgherri e quei signorotti che nonostante il 'nome Gentil ratto s'apprende' di gentile non hanno proprio nulla se non la forma, mentre i loro animi si consumano nel peggior girone dantesco dell'ignavia e dell'indifferenza. E caro popolo italiano forse è il caso che ti sintonizzi un pò di più sul fatto che i breaking man and woman, cioè gli uomini e le donne di rottura, che spezzano il sistema, che lo rompono, lo spaccano in due, non devono più essere nei tempi a venire l'eccezione, ma la regola. Michela Diani