Woman in life, gli intrecci delle donne
Con l'occasione di portare la mia bambina a un laboratorio artistico presso la Triennale di Milano, mi è stato possibile visitare all'interno del Triennale Design Museum una interessante mostra dedicata alle donne e al loro contributo artistico nel design del Novecento. Era infatti prevista, all'interno la del laboratorio stesso, dedicato ai bambini, e che aveva come tema ' l'intreccio', la visita al Museo del Design. Tutto ciò è stato un interessante viaggio nella personalità femminile delle artiste che la hanno animata e che nel secolo scorso hanno animato e lasciato traccia di loro nella storia.
Occorre dire che, avendo sempre grande attenzione nei confronti delle donne e del loro modo di esprimersi nel tempo e nella storia, non potevo certamente lasciar passare inosservata questa occasione per parlare di loro. Sempre nello stesso palazzo peraltro, vi era anche un'altra mostra, di toni e tinte completamente differenti, di Aldo Coppola, celebre hair designer della moda femminile.
Le due mostre seppur decisamente differenti tra loro in quanto dedicate a due aspetti esattamente opposti ma complementari del femminile, e cioè l'immagine, l'esteriorità con Aldo Coppola e invece l'interiorità, la progettualità con Woman in italian design, nella realtà a parere mio vanno a toccare la donna nella sua globalità, nella sua espressività interiore ed esteriore, nella sua ricerca del bello, dell'armonia, della piacevolezza così come della sua espressività attraverso tutti i canali sensoriali possibili. Ho trovato infatti molto interessante che all'interno della mostra vi fosse un'area dedicata alla proiezione di video e slide in richiamo alle neuroscienze dove era possibile trarre diversi spunti sulla peculiarità del cervello femminile, sull'uso della intuitività femminile, sulla chiara e netta differenziazione delle modalità di espressione ed azione del cervello delle donne. A me piace parlare di pari opportunità, nella reale accezione del termine e non in una parvenza di terminologia rosa, ma mi piace anche parlare di differenze giacché non trovo né interessante né utile per il genere umano, l'appiattimento delle differenze tra uomo e donna, reputando queste differenze una ricchezza nella rispettiva personalità e di conseguenza una alchimia importante nelle relazioni. Occorre sempre affermare che, l'esteriorità femminile, cioè l'attenzione che viene offerta alla cura e alla espressione delle donne verso l'esterno è o almeno dovrebbe essere una sorta di rappresentazione di corrispondenza con quanto quella donna esprime dentro di sé. Se voi ci pensate, nei cinema, così come nel teatro la caratterizzazione di un personaggio è costituita sia dalla sua interiorità che dagli abiti, dal trucco, da tutti quegli elementi esteriori che ne vanno a connotare il volto.
E allora perché nella vita reale non dovrebbe essere così? Con una unica importante differenza, almeno secondo me. E cioè che nella vita reale non si recita e quindi la donna reale e la donna esteriore dovrebbero cercare di somigliarsi molto più profondamente di quanto non avvenga in un teatro. Se i personaggi cinematografici e teatrali sono maschere, nella realtà noi dovremmo invece essere persone vere ben rappresentate dentro e fuori secondo la nostra natura. Nella natura femminile, il dentro e il fuori, l'interiorità e l'esteriorità si intrecciano continuamente e l'uno e l'altro aspetto corrispondono in sostanza alla ricerca di una migliore espressione di sè sempre.
La mostra dedicata all'intreccio e al ricamo su materiali differenti e che rinviava alla leggenda di Penelope il suo esordio, ha richiamato l'attenzione sulle capacità intuitive e creative delle donne, sulla loro capacità progettuale che mette in campo anima, cuore, corpo, intelligenza volgendo le stesse a fare attraverso una espressione di sè piena dei capolavori creativi degni di impronta. Credo che l'unica cosa che abbia impedito alle donne nel tempo di affermarsi al pari degli uomini sia una sorta di energia assertiva in difetto e che ha rappresentato loro nella storia sempre come le Regine del Focolare, ma nella realtà Personalità messe all'angolo da una cultura che a loro si è sempre rivolta più come a delle belle e piacevoli statuine che a delle persone ricche di materia prima. Mi vengono in mente in proposito sia le parole di Oriana Fallaci che quelle di Umberto Eco.
'' La millenaria soggezione femminile è dovuta anche al fatto che la società ha imposto alle donne armature che le costringevano a trascurare l'esercizio del pensiero. La donna è stata schiavizzata dalla moda, non soltanto perché imponendole di essere attraente...la rendeva oggetto sessuale, è stata schiavizzata perché le macchine vestimentarie le imponevano di vivere per l'esteriorità.'' ( U. Eco)
'' Essere donna è così affascinante. E' un'avventura che richiede un tale coraggio. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. ...avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse la mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disobbedienza. Avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c'è un'intelligenza che chiede di essere ascoltata. ( Oriana Fallaci).
Perciò, io trovo meraviglioso che le donne siano tutto ciò. E mi domando perché in ogni tempo culturale vi sia sempre la tendenza di accartocciarle in un unico aspetto di loro stesse.
Michela Diani