Giudici attenzione ai periti
Negli ultimi tempi, grazie a molti fatti di cronaca e a casi irrisolti come quello di Stefano Cucchi, il ragazzo di Roma, morto durante la custodia cautelare per spaccio di stupefacenti e conciato blu di botte dai fantasmi, abbiamo simpatizzato con questa figura professionale che è quella del perito. Poi, casualmente, mi sono imbattuta in un articolo di denuncia scritto da un avvocato che probabilmente poco badava al politically correct, nel quale egli su un sito on-line, lexform.it denunciava apertamente la diffusa incompetenza dei periti, le scorrette prassi di sistema mettendo in guardia i giudici stessi dai periti a cui decidono di affidarsi. E allora, mi è venuta la bella idea di dedicare lo spazio di apertura della mia nuova rubrica FUORI DAI DENTI sull' Informazione on line, a questi loschi figuri spesso nella realtà più simili ai bravi manzoniani che a degli eroi della verità, con i quali, credetemi è all'ordine del giorno imbattersi giacché i giudici se ne servono per tutte le beghe che passano per il foro. E allora, siccome, non vorrei che voi cittadini onesti li guardaste come li vedevo io, prima di comprendere chi fossero veramente, faro' una azione di 'scendi le fette di salame dagli occhi' sì da spalancarveli e fare in modo che, vi dovesse capitare, non diate per scontato la loro competenza ed eventualmente li andiate a ripigliare qualora aveste subito per conto loro un danno. La nostra vita, la vostra vita di cittadini onesti è preziosa, troppo preziosa perché dei furbetti all'italiana si permettano di rovinarla. Dovete sapere, infatti che, non parlo da ignorante, ma con cognizione di causa, giacchè negli ultimi anni della mia vita mi sono dovuta raffrontare molto da vicino con tribunali, giudici, periti, avvocati e tutto come si suol dire ' l'ambaradan'della giustizia italiana, o forse dovrei dire della 'non giustizia italiana'. Da 'infiltrata' nel sistema, stile 007 ho imparato moltissimo e ne ho fatto una lettura abbastanza approfondita che comincerò a riversare nella comunicazione e nell'informazione a servizio del lettore e del cittadino onesto. A me interessano gli onesti. Non auspico alla conversione dei disonesti. Mi interessano gli antisistemisti dei fatti e non delle parole. Perché se dobbiamo spezzare un sistema che non funziona non dobbiamo farlo solo a parole. Se il paese deve cambiare, deve cambiare veramente. Se qualcosa va cambiato, va cambiato veramente e non per finta. Per dirla alla Alain Friedman, noto scrittore de ' Ammazziamo il Gattopardo', l'Italia è il paese del cambiamento finto. Cosa peraltro appena confermata dal Renzuccio che sostiene di aver abolito Equitalia, avendogli in realtà solo cambiato il nome. Ma prima di addentrarmi nella denuncia che io stessa farò come quel simpatico avvocato che ha deciso di metterci la faccia, vediamo chi sono i periti, senza dare per scontato che voi lettori siate tenuti a saperlo. I periti sono i cosiddetti specialisti, sono i professionisti 'speciali' a cui i giudici si appoggiano per emettere le sentenze su argomenti che spesso non rientrano nella loro competenza, e questo, non perchè i giudici siano sciocchi o impreparati, ma perchè non possono essere in tutto competenti, altrimenti sarebbero tuttologi e non giudici. Tuttavia, il fumo che si attanaglia su queste figure professionali è a dir poco inquietante. Essi dovrebbero essere scelti tra la crem de la crem della eccellezza scientifica, insomma per capirci, Picozzi e giù di lì...e invece ahimè molto più spesso vengono attinti da una popolazione ignorante e ridotta alla fame che in cerca di pagnotta se la fa a suon di negligenza e superficialità sulla pelle di tutti quei poveracci che passano sotto le loro grinfie nei fori. L'opinione pubblica si è indignata quando i periti nel caso di Stefano Cucchi hanno detto che è morto per epilessia. Ora, non è solo in casi di questa portata che ci dobbiamo indignare. Ci dobbiamo indignare ogni qualvolta un perito, cioè una persona con ufficio pubblico pagato dai contribuenti peraltro o da cittadini, si permette di scialacquare nei palazzi di giustizia a spese di qualcuno, come avviene per esempio nei banali casi di separazione. A me pare che ci troviamo sempre più spesso di fronte a due considerazioni da fare: la prima è che le istituzioni sono piene zeppe di irresponsabili e la seconda è che questi irresponsabili non hanno nessun controllo da parte di nessuno e agiscono indisturbati tanto da combinare danni assurdi nelle vite delle persone con una superficialità che invita solo a prenderli a pedate nel bip per essere gentili. Trovo che appoggiarsi a un copia incolla da un'altra perizia, sbagliare i nomi dei soggetti implicati nella perizia, sbagliare le date, perfino i fatti raccontati, nonchè addirittura inventarseli di sana pianta o omettere le indagini richieste dai quesiti del giudice sia una condotta aberrante per un 'esperto' del tribunale. Ma possibile mai che il bar dove mi servono il caffè si preoccupi di avere una macchina che lo faccia buono, mentre in un tribunale non si preoccupino delle persone che influenzano in maniera pesantissima l'opinione di un giudice? Ma possibile mai che una persona anche minimamente dotata di coscienza faccia una perizia come se stesse abbozzando il mercato del pesce? Perizie fatte per soddisfare i desideri di un giudice improntato alla conciliazione, o alla soddisfazione di un perito di parte che magari mi troverò in un altro processo, oppure per quella semplice pigrizia mentale di star facendo qualcosa che in realtà non si vorrebbe neppure fare, ma che ci è indispensabile per arrotondare la pagnotta oppure, dulcis in fundo, perché annoverarsi tra i periti fa immagine. Trovo che questo atteggiamento sia VERGOGNOSO. Vergognoso per un palazzo che abbia sale al suo interno intitolate ai giudici Falcone e Borsellino o ai patrioti della Resistenza; vergognoso per persone dotate di coscienza civica e veramente interessate al bene delle famiglie, dei minori, della società. Persone per cui la parola giustizia non sia una parola vuota, ma densa di significato. Non ci servono paladini di giustizia, ci servono solo persone oneste che facciano con onestà il proprio mestiere, non venduti nel sistema e neanche addormentati di un politically correct che non risolve conflitti, processi, e situazioni e soprattutto non ci servono nelle istituzioni, fannulloni, disonesti, parassiti e incompetenti. E a guardar bene, questa gente a che serve? Sono solo zavorre per un sistema che vuole rinnovarsi e ottenere veramente giustizia. Ma torneremo su questo tema del politically correct. La giornata del politically correct per eccellezza è alle porte, quella del 25 novembre, giornata contro la violenza alle donne. Michela Diani, articolo comparsa per la prima volta sul quotidiano L' Inform@azioneoneline e successivamente su questo blog.