Una parola di comodo: resilienza
Articolo apparso sul quotidiano L' Inform@azione, nel novembre 2016
“Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita''. E quindi non parliamo solo della violenza conclamata fisica che sfocia nell'omicidio, ma di tutte quelle forme di violenza, psicologica, emotiva, economica, di genere che vengono perpetrate sulle donne in tutti i 365 giorni dell'anno. Come dire che le istituzioni non hanno ancora capito una mazza su questo tema e che soprattutto hanno fatto ancora meno. Non c'è da stupirsi se il nostro paese sia più avanti nella cronaca nera che per la cultura sul tema, visto e considerata la beata ignoranza che grava ancora nel 2016 non solo sul tema della violenza contro le donne, ma proprio sulla mentalità a riguardo. Una cultura profondamente maschilista, dominante e irrigidita su un concetto di superiorità dell'uomo nei confronti della donna che non smette di condizionare ancora oggi gran parte del vissuto quotidiano, sociale ed anche istituzionale dell'Italia. Eppure all'apparenza siamo il paese delle pari opportunità. Santa ipocrisia ne farebbe un simposio. Ma quali pari opportunità? Magari nei sogni più proibiti, magari nella grande idea. Non certo nella realtà. Per avere una società delle pari opportunità dovremmo poter contare su uomini e donne evoluti non solo culturalmente ma anche nella coscienza, cosa questa quasi impossibile in una paese come l'Italia dove più sei ignorante e più arrivi in alto, per servire qualcuno che ti ha fatto un favore nel metterti dove sei e non certo per cause nobili. E dove gli esseri umani, cioè l'Italicus è sostanzialmente un barbaro ignorante privo di educazione affettiva, ben lontano dalle capacità di corteggiamento di Casanova e senz'altro più vicino a un incolto tiranno che vuole essere servito dai calzini nella lavatrice ai piani del frigorifero. L'unica cosa che le istituzioni sanno fare a fronte della violenza contro le donne è fare dei gran pippettoni moralisti su come deve essere tutelata la figura di questi padri immondi che possono permettersi di rovinarti l'esistenza o riempirti di botte, a cui la legge rende lecita qualsiasi tipo di pressione nei tuoi confronti, ma noi donne, mi raccomando, resilienza eh! Avanti col mercato dei buoni consigli e dei sorrisi di compiacimento, insieme ai sorrisetti superficiali di chi oltre a non capire si permette pure di giudicare. Avanti con le pantomime sulle buone maniere da tenere, sull'aplomb da conservare, su quanto in queste situazioni difficili noi donne dobbiamo maturare forza ed energia per noi stesse e per i figli. Sapete cosa vi dico? Andate a....vediamo se avete intuito dove... Viene proprio da augurarvi che qualcuno nella vostra famiglia cominci a vivere una di queste belle esperienze esistenziali da maturazione di resilienza gratuita per vedere se la vostra intelligente posizione culturale sul tema della violenza fisica e psicologica resta uguale! Eh già, le donne che, magari dopo anni di sofferenze prendono coraggio a denunciare o a mettere fine a rapporti malsani basati su dinamiche di violenza e potere e non certo di amore, devono anche mettere in conto una resilienza gandhiana e un aplomb come quello del Dalai Lama a causa del fatto che le istituzioni preposte ad aiutarle non sanno come gestirsi la patata bollente... Dobbiamo fare le partigiane insomma. Ma per chi ci avete preso, scusate? Per delle idiote? Che per caso pensate di indurci a subire ancora, dopo che ci siamo svegliate e abbiamo cominciato a ribellarci di fronte a qualcosa che peraltro è cosa dichiaratamente da condannare? E' davvero rassicurante l'empatia con cui gli operatori preposti a lavorare sul tema vi si approcciano. Probabilmente, salvo qualche raro caso di ambienti dove veramente si mettono le mani e la testa nelle storie umane e se ne coglie tutta la sofferenza che vi corrisponde, i bastoni di legno avrebbero più empatia, partecipazione e vita. Perciò, politici, giuristi, legislatori, magistrati, periti, operatori e santi tutti del sistema, in questo prossimo 25 novembre, invece che fare campagna contro la violenza alle donne, fatevi un bell'esame di coscienza!