La rivoluzione delle donne contro i roghi moderni
Articolo apparso sul quotidiano L'informazione nel novembre 2016
''.....Lo spettacolo di Claudia Donadoni mi permette di fare una sorta di remake culturale sul modo di vedere questa metà del mondo, ai nostri tempi. C'è da domandarsi però se gli uomini abbiano ancora intenzione di comportarsi di fronte alla rivoluzione delle donne con la stessa ottusità con cui si comportò l'Inquisizione di fronte a immagini femminili che per l'epoca potevano sembrare loro discutibili. Il fermento culturale per la promozione di una nuova cultura della donna a fianco di una aperta denuncia della non-cultura della donna è portato avanti da diversi intellettuali, giornalisti e dalle associazioni che si occupano di contrastare più da vicino questo tipo di piaga sociale, così come da milioni di donne che nel nostro paese e nel mondo, nella loro vita quotidiana, si trovano a dover combattere questa battaglia per loro stesse e per i loro figli. Il teatro di Claudia Donadoni che già aveva in passato manifestato sensibilità al tema e in tempi non sospetti, con il suo spettacolo 'Barbablù' ci mostrano come l'arte possa essere sincero veicolo di messaggi che portino nel proprio corpo l'intenzione di cambiare una cultura delle donne sempre messe al rogo di qualche assurdo preconcetto o ingiustizia. In un bellissimo libro dedicato al genere femminile ' Le donne erediteranno la terra', l'autore così scrive: " Attraverso la caccia alle streghe, i roghi, l'Inquisizione, per secoli, il potere maschile ha soggiogato, incatenato, bruciato donne di cui aveva timore, perché non poteva controllare la loro personalità, la loro sintonia con la natura, la loro condizione superiore o comunque eccentrica rispetto all'ordine costituito.'' Ora, qui non è questione di superiorità. La storia di Rusina è la storia di una donna a cui viene violentata una cara amica e che successivamente a questo evento traumatico, pur cercando aiuto, viene lasciata sola e considerata pazza, né più né meno come tutte le donne che combattono contro uomini violenti e manipolatori che vengono lasciate sole, piantate in asso e messe sul rogo dell'ignoranza febbrile di uomini e donne nelle istituzioni così come di una legislazione carente. Rusina ha portato alla mia mente la Donna Selvaggia, della psicologa junghiana Clarissa Pinkola Estès, e cioè quel 'personaggio' di cui ogni donna è intrisa che mette in contatto anima, natura, viscere profonde e ribellione, interiorità. Prima di aiutarle veramente, le donne, c'è da studiarle. Ma la gente, a esclusione di quei veri e pochi professionisti che ci mettono oltre che le mani -intese come il lavoro- anche il cuore, tutti gli altri invece le giudicano soltanto. E quello che è amaro e triste è che spesso a giudicarle sono proprio altre donne. Donne evidentemente ottuse nel pensiero, molto più maschiliste perfino degli uomini e quindi vincolate a una immagine della donna che DEVE più che di una donna che E'. Nel suo libro, la psicologa parla di Donna Selvaggia, intendendo per donna selvaggia, una donna che riscopre il proprio contatto con l'anima, con l'interiorità, con l'istinto e con la sua natura più autentica, cosa che invece al contrario sia la società in cui viviamo che i ruoli sociali, che la mentalità efficientista da cui siamo fagocitati fanno di tutto per schiacciarci. In poche parole, molte donne credono che la buona donna, la buona madre debba essere l'efficientista, cioè colei che non perde mai un colpo. Sempre perfetta, sempre obbediente, sempre aplombica e sorridente, sempre dentro a qualche schema deciso da qualcun altro che sia esso un compagno avvilente e nichilista, un datore di lavoro infastidito da una libera espressione femminile, una collega invidiosa e rigida. Perché le cose bisogna dirle fuori dai denti, sempre. Le miss, le perfettine, le pifferarie magiche, le viziatelle servite e riverite da nonni, babysitter, cani, gatti e topi, sono proprio coloro che vorrebbero essere ma non sono e quindi criticano coloro che sono. Amebe viventi in un mondo morto, mentre in realtà le donne e l'essere donna in generale chiama e chiede in questo periodo storico una rivoluzione senza paragoni dei sessi, delle due nature maschile e femminile, non foss'altro perché, per riequilibrare le energie maschili e femminili bisogna che noi donne la smettiamo di essere suddite, suddite di una società che ci segrega quando gli fa comodo come Regine del Focolare, e poi si permette pure di dire che siamo artefici del nostro male perché decidiamo di occuparci dei figli. Non è più possibile accettare oltre, questo modo di vedere le cose che risale all'Uomo di Neanderthal. Noi donne abbiamo DIRITTO di essere chi siamo. Siamo donne a casa, siamo donne al lavoro e siamo donne nelle istituzioni. Non è che quando vi fa comodo dobbiamo essere donne, perché a casa DOBBIAMO fare quello che compete a una donna e quando siamo al lavoro DOBBIAMO essere uomini perché le vostre orecchie su legislazioni più convenienti e a favore di un modo diverso di vedere le cose sono tappate! Ma quando inizierete a usare il cervello quantico? Quando comincerete a capire che le donne sono fatte diversamente da voi uomini e che messe nelle giuste condizioni possono fare molto meglio e molto più felicemente ciò che fanno perché invece che ostacolarle in continuazione, riconoscete che nella loro diversità c'è una ricchezza? Ma perché pretendete di avere delle colf o delle madri al posto delle mogli e poi al lavoro volete delle schiave? Voi avete dei seri problemi di relazione con il genere femminile, oserei dire ancestrali. Sono i conflitti ancestrali tra uomini e donne. Quell'istinto di superiorità maschile che vi fa sentire in diritto di metterci più nelle condizioni di chi DEVE che nelle condizioni di chi HA DIRITTO. Voi non riconoscete il valore delle donne. Voi pretendete solo dalle donne che facciano tutto, sempre al meglio mentre voi non fate neppure la metà delle cose che una donna fa nella sua vita quotidiana e poi la giudicate pure! Brutti bifolchi con il cervello delle caverne dobbiamo prendere i forconi come Rusina? Cari miei, fossi in voi comincerei a preoccuparmi perché il 26 novembre a Roma c'è stata una manifestazione che somigliava un pò a questo spirito, sintomo che noi donne ci siamo scocciate e che è finita quella santa pazienza che abbiamo sempre avuto. Il vostro obiettivo è quello di ridurci come Rusina, cioè di farci impazzire. Ma non l'otterrete. In cambio da noi avrete solo forconi e rivoluzione e aprite bene le orecchie, anche gli uomini più intelligenti sono con noi in questa battaglia. Michela Diani http://micheladiani.wixsite.com/micheladiani https://www.facebook.com/MichelaDianistudioprofessionale