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Società arrese


Se ci guardiamo intorno, non soltanto in Italia, ma anche in Europa, ad eccezione di qualche paese dove la presenza di una identità nazionale più forte ha condotto a scelte politiche più decisioniste, quali ad esempio l'Inghilterra e la Germania, gli altri paesi possiamo annoverarci tra i paesi arresi. In questi giorni si inneggia sui media nazionali a un grande cambiamento della Francia. Ma sarà davvero un cambiamento in meglio? Dalla storia dovremmo imparare, anche dalla storia della Francia, a non arrenderci. La Francia è stato un paese di rivoluzione, la rivoluzione francese ben si può dire che cambiò il corso della storia francese, ma anche della storia europea. Tuttavia, ora, mi pare che la mentalità della resa sia quella che maggiormente trionfi ovunque. E' una resa alla perdita di sovranità che lotta costantemente contro un perseverante ma faticoso tentativo di ribaltare la situazione a favore del popolo. Cosa intendo? I popoli hanno perso quello che un tempo poteva essere chiamato lo spirito patriottico e lo spirito nazionale. Si sono fatti mettere i piedi in testa da chiunque. Sebbene non abbia a grande simpatia la signora tedesca citata sopra, non le si può negare che lei ha sempre lavorato per la sua terra, a differenza dei nostri governi che invece hanno sempre lavorato per loro stessi. Il problema si pone proprio qui, tra le maglie che si intrecciano di identità nazionale del paese e governanti che la garantiscono e che di conseguenza poi, danno anche ai cittadini di quello stato la percezione di cittadini sovrani. L' italiano medio non è una persona che si sente potente, né sovrana. Siamo pieni di bulli prepotenti, quello sì. Cioè di giullari e menestrelli del potere che si divertono a prendere per il sedere il popolo, belli pasciuti su una poltrona di pelle. Ma l'italiano medio è una persona umile che si accontenta. E ci accontentiamo da così tanto tempo che ci siamo abituati anche all' Inferno. Ci hanno tolto ogni giorno dei diritti e noi siamo stati in silenzio. Ci hanno detto che non potevamo fare questo o quello e noi ci siamo piegati. Ci siamo convinti che subire sia il nostro destino e che la ribellione non ci appartiene. Abbiamo fatto così nostro il detto ''Chi si accontenta gode'' che abbiamo finito per godere nulla e prenderla nel sedere di continuo. Quando Oriana Fallaci parlava dei musulmani, apprezzava del loro modo di essere la 'passione'. Per non cadere in fraintendimenti, visto che non è in un argomento religioso che voglio addentrarmi, lei aveva ragione. Al popolo italiano manca la verve, manca la passione, manca la grinta, manca la spinta emotiva, manca un cuore coraggioso che pulsa, e che in fin dei conti, non è che non abbia mai avuto, se le la storia almeno un pochino ce la ricordiamo. All'Italiano medio attuale è rimasta solo la pancia. La panzetta calcistica, la pancia più barbara ma che non muove alle cause di bene, muove solo alla soddisfazione dei propri bisogni momentanei, di ciò che accende la pancia in quel momento, non del Bene in senso più elevato. Insomma, passione e pancia due cose ben diverse. L'italiano medio è un uomo molle e senza attributi, un fiacco, a meno che, per qualche cosa nella vita non abbia combattuto o la sua tempra si sia formata attraverso qualche esperienza specifica. L'italiano medio è una persona pigra interiormente, prima che fisicamente da divano. Siamo un popolo che ha ben poco a che fare con condottieri e guide spirituali. Anzi, se per caso, incontriamo qualcuno che in cuor suo appare più determinato, facciamo anche presto a dargli del fascista, perché a differenza del popolo tedesco che ha saputo imparare dalle sue ombre storiche per costruire quanto meno una forza di identità, noi invece continuiamo a fuggirlo il nostro passato, ad aborrirlo, e l'unica cosa che non abbiamo ancora imparato a fare è trarne una qualche lezione da imparare. Tipo che so, quella che non dovremmo essere schiavi di nessuno, zerbini di nessuno, ma soltanto sovrani di noi stessi per poi certamente rapportarci in Europa e fuori dall'Europa con decisamente un altro modo di essere. Ora ben capite come mai, da ormai più di vent'anni, il nostro bel paese s'è fatto lo zimbello delle altre nazioni ovunque, con i rappresentanti che abbiamo avuto. L'Italia è una paese che la credibilità prima che conseguirla fuori di sè, la deve ritrovare in se stesso, nelle proprie radici, nella propria storia che occorre che ripassi approfonditamente, onde ritrovare quella sicurezza e quella forza interiore di popolo che ci farà capire che proprio gli ultimi arrivati non siamo se ben ci studiamo, se ben studiamo chi siamo.

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