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Caffè pedagogico: Tutti un pò Peppino


Ieri è ricorso l'anniversario della morte di Peppino Impastato, volto molto importante nella lotta contro la mafia e nel risveglio delle coscienze.

Oggi ricorre l'anniversario della sua vita, vale a dire il momento in cui ha cominciato a camminare dentro di noi un pò. In fin dei conti, Peppino Impastato chi era? Era uno di noi. Un sempliciotto, uno senza maschere, uno che ha avuto il coraggio di guardarsi dentro e di distinguersi da tutto il resto che aveva intorno, compresa la sua famiglia. Noi abbiamo l'abitudine di cantare le glorie e le gesta delle persone per un giorno l'anno, per un anniversario o per una festa nazionale e poi basta. Releghiamo queste figure nella cantina del sé come se l'unico beneficio che esse portino sia al calendario. Io dico invece che, umilmente, queste persone devono cominciare a prendere corpo dentro di noi, nei nostri giovani e nelle generazione future, così che, quando per un giorno di anniversario scriviamo sui social #jesuis 'qualcosa' o 'qualcuno', questo #jesuis avrà un vero senso e un valore. Avere Peppino Impastato dentro di noi significa avere prima di tutto amore per la bellezza. E' solo perché amiamo la Bellezza che combattiamo la corruzione. Altrimenti, la pace sarebbe la nostra via prediletta. Educarsi alla bellezza è educarsi a scegliere. A scegliere ciò che è Bello, ma non per un vuoto culto all'idolatria dell'immagine e della superficialità, ma per una adesione autentica a ciò che nutre in noi la voglia di vivere pienamente quell'unica vita che ci è data di vivere e di cui a volte ci accorgiamo solo quando è già passata. A dispetto di chi è morto per la vita, siamo noi, nel 2017, i veri morti che camminano, quelli che non hanno ancora capito che solo se la vita si riempie di significato e ideali ha una ragione valida per essere goduta. Benvenuto Peppino.

“Godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova Resistenza, la Resistenza dei valori, la Resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli.” (Antonino Caponnetto)

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