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Il coraggio di Don Abbondio

  • Immagine del redattore: Michela Diani
    Michela Diani
  • 7 giu 2017
  • Tempo di lettura: 1 min

Giuro che proprio non capisco perché le persone che si dichiarano rivoluzionarie e desiderose di un cambiamento di mentalità siano più preoccupate di boicottare il M5S che la vecchia politica e il vecchio sistema? Collusione? La verità è che siamo tutti collusi con questo sistema. Certamente un pesce piccolo lo è da pesce piccolo e quello grande da pesce grande. Ma la rivoluzione culturale consiste prima nell'attivare il cambiamento in se stessi. I pesci piccoli si sono svegliati e fanno tutto ciò che possono. I pesci grandi che fanno? Perché è ovvio che entrambi hanno pesi diversi nelle varie situazioni. Per questo motivo ho molta stima di quegli intellettuali o persone di fama che si espongono a favore del cambiamento. Hanno tutto da perdere rispetto allo status quo, eppure lo fanno. Ci mettono la faccia. Francamente questa storia che l'onestà intellettuale deve essere a tutti i costi neutrale e non si deve esporre mi pare in certe situazioni proprio un grande alibi per A. ignavia ricorrente B. salire sul carro dei vincitori se va bene C. battere la ritirata se va male.

Non esporsi tra l'altro in alcune situazioni significa soltanto essere complici del vecchio sistema, mentre si inneggia alla rivoluzione. Una sorta di schizofrenia, altro che onestà intellettuale!

Un giorno capirò perché il M5S fa così paura, più della mafia che intesse il tessuto connettivo sociale. Forse, la risposta è molto banale. Questa realtà attiva tutti i demoni collettivi. E poiché l'Italiano medio non è per niente Junghiano, ma superficiale, va in crash.

EVVIVA IL CORAGGIO DI DON ABBONDIO.


 
 
 
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