Miti e modelli della società dell'immagine
MITI E MODELLI DELLA SOCIETA' DELL'IMMAGINE, EDITORIALE dell' Eco della tua salute interiore, 7 giugno 2017
La civiltà dell'immagine riesce a costruire miti su cose e persone che senza l'immagine non esisterebbero neppure o la cui influenza sarebbe comunque senza di essa molto più limitata. Eppure accade che, la massa, prigioniera dell'immagine preferisca sempre orientarsi alla scelta di ciò che è bello in apparenza piuttosto che andare a fondo. Tale atteggiamento ha spesso condotto in ogni campo culturale così come in ogni campo commerciale alla nascita di tanti venditori di fumo che si sono spesso anche arricchiti sulla base della fragilità umana della sua capacità di pensare. Ciò è abbastanza evidente sui social dove spesso persone senza una particolare competenza né capacità vengono deificate come influencer o guru, con il rischio peraltro di far circolare in rete opinioni molto discutibili, ma senza basi scientifiche o culturali adeguate. Nell'era dei tuttologi, dove tutti si improvvisano coach, guru, orientatori della specie umana, influencer dei comportamenti umani, pare che avere studiato, avere capacità di osservazione del genere umano, avere esperienza, siano diventate cose di cui si può anche fare a meno. Basta riempire gli auditori a suon di parole, scrivere libri a go go, tanto anche Schettino oramai pubblica libri, per partorire delle vere e proprie stelle da palcoscenico. Ogni giorno ne scopro qualcuna o qualcuno eretta dai social a mito umano più per capacità di marketing ( sotto varie forme) e tette che non per effettiva sostanza. Pure gli uomini, non scherzano. Ma è più difficile costruire un mito maschile fatto solo di immagine. Resta comunque, almeno per me, un dato: salvo qualche eccezione di persone di successo con tanto contenuto, la maggior parte delle persone che lavorano non puntando sull'immagine e sul consenso, ma sul fare bene il proprio lavoro, fanno fatica. Comincio seriamente a pensare però che non sia solo questione di crisi, ma anche di mentalità. In fin dei conti, nella vita, ogni giorno decidiamo cosa dobbiamo mangiare, non solo il nutrimento fisico, ma anche quello con cui nutrire la nostra mente. Le persone oggigiorno non vogliono riflettere, vogliono ricette. Ma una ricetta per la vita, ahimè non esiste e guai a chi si fa promotore di averla. Si possono offrire spunti di riflessione, suggerimenti e perfino consigli, ma il viaggio dell'essere umano è sempre qualcosa di unico e personale che non può essere vissuto da altri che il protagonista. Certamente, farsi guidare dalle sirene o dalla luce di un faro può fare la differenza e di parecchio.