Figli di una società del burnout
Una mamma dimentica in macchina il proprio figlio, convinta di averlo portato all'asilo. Entra al lavoro, esce e sapete tutti come è andata a finire. Diverso tempo fa era accaduto anche a un padre. Vi piace pensare che questa mamma sia un mostro? Vi piace pensare e affermare ' chissà cosa le è successo'? Vi piace credere in questa società piena di merdosa indifferenza che ci siano raptus, scatti improvvisi o impazzimenti dell'ultimo minuto. Vi piace pensarlo per non sentirvi colpevoli né chiamati a fare qualcosa per cambiare una situazione che in realtà non riguarda soltanto lei, ma ci riguarda tutti. Colpevoli di mancanza di responsabilità di fronte a uno stile di vita che è diventato invivibile, dove non ci viene assicurata neanche una dignitosa serenità. Non conoscevo questa mamma, ma ho sentito che aveva pubblicato qualche tempo prima sulla sua pagina Fb un post che è stato ripescato successivamente e che metteva in luce la fatica di una vita spesso eccessivamente stressata dalla conciliazione di responsabilità su responsabilità, impegni su impegni, ...
La nostra società, io ormai la leggo così, è una società del burnout, una società degli scoppiati e degli stressati e siamo tutti dentro. Nessuno si senta fuori. Tu che leggi, non sentirti fuori perché hai risorse economiche che ti fanno stare bene. Perché i tuoi soldi domani possono finire, tu ritrovarti sul lastrico e finire in balia dello stesso ingranaggio distruttivo. Ci stressiamo e per cosa? Per vivere meglio. No. Per dare ai nostri figli qualcosa di meglio? Neanche. Mi dispiace adesso basta.
Ciò che è accaduto a questa mamma per me significa 3 cose:
a. L'indifferenza di una società, di una comunità politica che non si accorge che le persone non ce la fanno più. Una comunità politica che continua a fare muro di gomma a misure che rendendo la vita più vivibile comporterebbero anche un pizzico di serenità in più. Non per niente paesi civilmente più evoluti neppure parlano di reddito di cittadinanza, ma di reddito universale che è un reddito a sostegno di uno stile di vita differente, più umano, meno 'produttivo' e più umanizzato, tenendo conto anche del fatto che persone a cui vengono offerte migliori condizioni di vita, lavorano anche meglio, sono più produttive e sono più felici.
b. La mancanza di leggi che tutelino direttamente le donne e le madri in tutte le tappe della loro esistenza e quando si trovano a vivere situazioni di grande stress emotivo che messe in relazione con una vita stressante possono scatenare inimmaginabili eventi e tragedie. Penso all'immenso sommerso delle depressioni post-partum, alla violenza di genere, alla maledetta abitudine di dare sempre addosso alle madri perché non fanno mai abbastanza invece che dare loro un pò di GRATITUDINE per ciò che fanno.
Siamo così abituati al fatto che le mamme si svenino da generazioni per i propri figli, per incrociare tutto, per stare dietro a tutto che diamo per scontato tutto quello che fanno, e soprattutto che lo debbano fare sempre.
Stanno male, chissenefrega, io ho fame, il piatto di pasta me lo devono fare. Sono stanche, pazienza, ci sono solo loro a doversi occupare di tutto, chiedono aiuto, sostegno, o altro, ' mi spiace non ho tempo'. Se la cavano sempre da sole - certo non tutte lo so, non sono per le generalizzazioni - ma credetemi, una mamma ha una forza immensa, ma non infinita, ha risorse inimmaginabili ma non è una spugna da cui si deve sempre e solo prendere. Questa società odia le donne e odia le madri. Le apprezza solo in apparenza. Nella concretezza non le supporta. Le ostacola. Ancora mi risuonano le parole di un consigliere leghista che sostiene che le madri non vogliono fare gli straordinari perchè vogliono crescere i figli. Ma con questa gente qui, cosa possiamo mai aspettarci? Parliamoci chiaro, chi li cresce questi benedetti figli? A parte una piccolissima percentuale di padri consapevoli, chi da millenni ha cresciuto i figli, chi a tutt'oggi se ne occupa per l'80% della giornata? Quando si ferma una mamma si ferma tutto, ma questo non basta per farvi capire, ai voi maledetti barbari della politica e nelle istituzioni che ci dovete rispettare di più, che dovete pensare a nuove leggi per tutelarci perché in questo modo voi tutelate i vostri figli, la società futura, i cittadini del futuro. In questo modo tutelate la serenità di una società che può essere anche più produttiva perché più felice, più serena. Perché casi come questo, mi volete fare credere che non siano legati in qualche modo a preoccupazioni, stress eccessivi o indifferenza nell'entourage? Il fatto è che noi commettiamo sempre lo stesso sbaglio. Andiamo avanti a oltranza. Fino a che un giorno, d'improvviso, scatta qualcosa. E in quel momento è la fine. Ora basta. Voglio vedere qualcuno che si prende a cuore le donne, il loro star bene e la tutela, non nella farsa del politichese, ma nel reale impegno collettivo per costruire una società migliore a misura di umanità. E mi auguro che quando parlo di tutela non crediate che la tutela consista nelle quote rosa o nei bonus per comprarci, perché non siamo sceme.