Essere liberi costa
Chi possiede o dirige un giornale fa a un certo punto una grande scelta. O sta dalla parte della libertà di stampa, di espressione e anche dall' autonomia dalla politica oppure finisce con l' essere schiavo di condizionamenti continui, notizie superficiali e inutili solo perché coinvolgono il politico di turno, markettari per immagine e marketing a quel politico o quell' altro. È molto triste, anzi avvilente, vedere che la maggior parte dei quotidiani e giornali nazionali e locali scelgono la prima linea. A volte non si tratta neppure di ricezione di finanziamenti pubblici. A volte si vendono anche per molto meno. E così diventano tacitamente strumenti di comunicazione nelle mani dei politici che all' una o all' altra occasione una qualche modalità per tirare acqua al proprio mulino la trovano sempre. Deve essere per questo motivo che una buona parte dei giornalisti liberi e indipendenti hanno preferito riversarsi nei blog dove nessuno può condizionare il loro pensiero. Un giornale non è fatto dall' editore e neanche dal direttore - vedi caso sole 24 ore - ma è fatto dai giornalisti che lo animano e dalla loro capacità di non mettersi costantemente supini o piegati. Puoi scrivere sul giornale ciò che vuoi, farti bello con qualsiasi campagna pro donne, pro immigrati, pro qualsiasi notizia, ma se nella tua essenza sei venduto, venduto resti. Se sei piegato, piegato resti. Specie hanno fatto infatti, i giornalisti del Sole che hanno sfiduciato il direttore tempo fa e denunciando quanto doveva essere denunciato. Beh, insomma, roba per pochi eletti a quanto pare giacché sono tutti così inclini tra un articolo e l'altro a leccare il culo a una amministrazione o a un'altra e non per le loro gesta a favore della collettività per cui in effetti sarebbe lecito descriverne il valore, ma per pura immagine al giornale, per pura immagine al politico o al partito che, in qualche modo tesse le tele del giornale.