Nada te turbe, nada te spante, Dio non basta
Nada te turbe, nada te spante, Dio non basta.
Funerali di Diana
Oggi, presso la chiesa di San Michele a Busto Arsizio, si sono svolti i funerali di Diana, una delle tante donne uccise per mano di un uomo apparentemente gentile. Presenti le autorità cittadine, il sindaco Antonelli, il vicesindaco Ferrario, l' assessore ai servizi sociali Miriam Arabini, e la consigliera regionale M5S, Paola Macchi, visibilmente addolorata e commossa. Chiesa gremita, lacrime vere.
Solita tiritera da orticaria nell'omelia dove si invita all' amore e si invita a non rispondere con la violenza alla violenza, perché essa non è la risposta. Per carità, la chiesa è da secoli che predica il perdono e non ci potevamo quindi aspettare nulla di diverso.
Tuttavia da cittadina e da donna sollevo alto il grido di due parole: giustizia e prevenzione. Del perdono non ce ne facciamo una cippa. L'amore lo mettiamo in autentica passione verso la giustizia.
Durante l'omelia il prete ha esordito parlando di tragedia improvvisa. Mi spiace Don, anche su questo le sue informazioni non sono del tutto corrette. Improvviso è il gesto, improvviso è l' omicidio, non sono invece improvvise le dinamiche di relazione malate che soggiaciono agli omicidi.
Una persona non uccide di improvviso e di sana pianta. Non ho sufficienti dati sulla storia di Diana, per farne una valutazione professionale, ma una cosa è certa, piantatela di parlare di momenti improvvisi. Il momento improvviso citatelo anche per colei che nella stessa settimana di Diana si è beccata 12 coltellate, sempre tutte d' improvviso.
Cinzia Di Pilla, presidente della Eva Onlus ha ricordato che i centri antiviolenza lavorano ogni santo giorno e aggiungo io - senza grandi risorse - per combattere questo cancro sociale, per accompagnare le donne a denunciare compagni che esercitano su di loro qualsiasi tipo di violenza e per accompagnarle alla rottura del rapporto, unica via verso la guarigione.
Ma poi...e poi niente...la maggior parte delle denunce finiscono in niente, perché si sa bisogna perdonare e andare avanti e i tribunali diventano simili alle chiese. Poco importa se mascalzoni a andar bene o figli di mignotta a andar male ti uccidono l' esistenza, l' importante è sempre far salire un accorato pietismo quando è il momento. Piangere il morto fa sempre scena davanti alle telecamere, è la telecamera di difendere con coraggio chi denuncia che non la vuole nessuno. È la telecamera di dichiarare fallimento da parte della giustizia su una piaga sociale che non la vuole nessuno.
Comunque sappiate donne che un compagno non vi uccide d' improvviso e le relazioni malate non sono una invenzione della sottoscritta ma psicologia di ogni tempo. E a meno che un operatore di giustizia la psicologia non l' abbia studiata nelle patatine Chips sa benissimo di cosa sto parlando.
Giovedì sera in piazza vi sarà un momento di raccoglimento, il motto: spegniamo la violenza, accendiamo la vita.
Ecco voi nei tribunali cominciate a non uccidere le vittime e a spegnere i carnefici. Sarebbe già un buon inizio.
Foto dal web: Malala, simbolo importante per la lotta contro la violenza alle donne