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La via assertiva, caffè pedagogico


In una società dove viene scoraggiato il 'diritto di dissentire' perché tutte le 'agenzie' formative, dalla famiglia, alla scuola, ci invitano in maniera diretta o indiretta a conformarci alla massa informe e anonima, alla mutria cretina addormentata, non resta che promuovere una cultura dell'assertività, cioè della consapevolezza dell'importanza del contributo di ognuno e ciascuno che può fare la differenza. Insomma, in una società del 'tanto non cambia niente', della rassegnazione passiva che lascia ancora più spazio ai prevaricatori, occorre opporre una società che comincia a pensare, a dire la sua, a dissentire, a esprimere un parere diverso rispetto a quanto viene imposto spesso dall'alto dell'ignoranza di qualcuno che ben lungi dall'essere più intelligente, è spesso solo più potente. Costruire la propria assertività è costruire una propria autorevolezza personale che non è legata al ruolo esteriore che possediamo o alla fama, ma a chi siamo nell'essenza, e non nella forma. Spesso accade che persone famose abbiano un grande riscontro solo perché famose, anche se in realtà ragionandoci sopra hanno in realtà detto una grande sciocchezza. Questa è semplicemente la prova di come la massa abbia criteri di valutazione basati su tutt'altro che la sostanza.

L'assertività è la risposta a una vita libera. Ci insegna ad affermare noi stessi, ad avere il coraggio di esprimere la nostra opinione, ad avere diritto di non essere gentili quando ci pestano un piede, a saperci impegnare per raggiungere i nostri obiettivi, ad avere un atteggiamento più propositivo nella vita e soprattutto a non sentirci in colpa quando rivendichiamo dei giusti nostri diritti a causa di persone e istituzioni che sono così abituate alle pecore che, quando una persona pensa con la propria testa, la fanno sentire in colpa come fosse fuori luogo anche quando reclama un giusto diritto.

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