Quale spazio per la coerenza?
Nella nostra società attuale, la maschera dell'ipocrisia e delle parole vuote sono la norma di un atteggiamento sociale acquisito dalla politica che ha condotto gli esseri umani a dire una cosa con le parole e a viverne totalmente un'altra con la vita. Si tratta di una sorta di scissione tra il dentro e il fuori che fa riflettere e che soprattutto non è da banalizzare.
Ben lungi dall'essere infatti connessa all'idea di fragilità umana - che ben si distingue dall'ipocrisia- essa è proprio quella condotta abituale della persona a parlare di rivoluzione del pensiero e a comportarsi poi nella concretezza dei fatti esattamente secondo sistema. Questo tipo di atteggiamento non può essere definito fragilità. La fragilità è quando uno si impegna in una direzione e gli capita di cadere, si rialza, ricomincia, etc...
L'ipocrisia invece a cui mi riferisco è propria di coloro che di fatto la rivoluzione non la vogliono
fare proprio per nulla. A loro in fondo, come va il sistema gli piace anche. Ma parlano di rivoluzione per risultare affascinanti, perchè ne parlano tutti e perché riempiendo la bocca di questa parola sperano che ciò basti per risultare credibili.
Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Diversamente sei solo forse un buon comunicatore, ma pur sempre vuoto e ipocrita. E la credibilità l'avrai ma soltanto di chi come te parla e basta.
fare proprio per nulla