top of page

Cercare un lavoro in Italia


A proposito di politiche del lavoro e di cittadini, ' come se il lavoro fosse solo un problema del lavoratore...ossia come se trovare un lavoro dipendesse soltanto dal lavoratore che lo cerca'.

Verso il lavoratore abbiamo sempre - soprattutto coloro che giacciono su comodi sedili - parole di dispregio. Muoviti, adattati, cerca, accontentati...etc...e perché no, vai a qualche partita di calcetto...

Peccato che, il lavoro, oltre che per vivere, servirebbe anche ad elevare la dignità umana e non a demolirla.

Quindi c'è qualcosa che non funziona nella mentalità dell'italiano medio.

Muoviti a chi? A chi si sbatte per cercarlo, a chi si sbatte per inventare nuove idee e progetti, a chi si fa un c@@o immenso per reinventarsi mettendoci risorse, energie, impegno, cose sconosciute ai soggetti dalla pagnotta pronta del lavoro dipendente fortunato ( cioè quelli che in tempi d'oro han trovato un lavoro a prova di bomba)...o ai parassiti istituzionali finiti lì per tutt'altro che capacità e competenza?

Accontentati a chi? A quelli che dopo aver studiato una vita si devono adattare a fare lavori del cisbero perché l'italia è un paese che con la meritocrazia nulla c'entra e allora è più probabile trovare un ago in un pagliaio che la persona giusta in una posizione di peso?

Adattati a chi? Alle mamme che devono fare gli straordinari perché a qualche partito politico danno fastidio quelle che scelgono di curare e crescere i propri figli, perché giustamente accompagnare i figli nella crescita è una perdita di tempo?

Ma facciamo il piacere di cambiare un pò mentalità invece e cominciamo a rivendicare i nostri diritti di cittadini e lavoratori perbene e la nostra dignità di lavoratori.

Che adattarsi, accontentarsi, non significa fare gli zerbini di un sistema che va cambiato e ci prende per il sedere ogni giorno.

Ma facciamo che rivendichiamo un paese dove non mi devo adattare, ma dove ho diritto a fare qualcosa che mi piace e per il quale poi sono anche disposto a lavorare sodo, visto che impegno e passione generalmente vanno di pari passo.

Ma come diavolo si può pensare di avere lavoratori motivati se essi vengono trattati come servi o zerbini, se non gli vengono riconosciute neanche le capacità che hanno, se non viene data alle persone la gratificazione.

E allora perché non apriamo anche un capitolo sui datori di lavoro, cioè su coloro che in un modo o nell'altro detengono il 'potere' di dare lavoro.

Molto spesso - ovviamente non tutti, ne conosco tante di belle persone - il concetto è: ' io già ti do il lavoro, cosa vuoi di più'. E così funziona alla pari di uno schiavetto moderno.

Ci sono quelli poi che addirittura richiamano al concetto di dedizione quello di gratuità, di sfruttamento.

Nulla di paragonabile con quei datori di lavoro che non dormono di notte quando in difficoltà non riescono a pagare gli stipendi dei dipendenti e se le devono inventare tutte per farlo, quelli che fanno di tutto per motivare i collaboratori e a volte non vengono ripagati per quanto donano, quelli che si definiscono imprenditori e lo sono veramente, non gli imprenditori d'assalto che invece sono sempre fermi sul posto e perdono ad uno ad uno la stima anche dei collaboratori più motivati, perché alle parole non corrispondono i fatti.

Che a farlo bene, è prezioso sia essere un buon lavoratore che un buon capo. A farlo bene però. Ci si appassiona alle missioni. Le si fanno proprie, ci si mette del proprio, compresa la faccia. Quella stessa faccia onesta, buona, bella e pulita che spesso viene presa a schiaffoni.

E ora, leggiamoci insieme un bel passo sul tema, tratto dal libro: ' Paolo Borsellino, l'uomo giusto'.

Giusto per capire che quando uno è una bella persona si vede. Altrimenti è solo un finta.

'' L'impresa è stata possibile utilizzando capacità nascoste e disperse, ma esistenti più diffusamente di quanto si creda, fra il personale...il quale opportunamente valorizzato, nonostante notevoli resistenze di ordine meramente burocratico, è divenuto il supporto principale di questa piccola ma efficientissima macchina che affianca i colleghi impegnati in prima linea nella istruzione dei procedimenti concernenti la criminalità mafiosa. Quante energie esistono, ma devono ricevere il necessario riconoscimento in termini sia professionali che economici, sfuggendo alla tentazione di credere che i mali del'azienda...possano essere senza spesa risolti secondo facili formule referendarie''

Paolo Borsellino, relazione del 28 novembre ad un convengo al Palazzo di Giustizia di Palermo, a proposito dell'aiuto fornito da Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici, che dopo la strage, diede un contributo onorevole alla informatizzazione della macchina amministrativa della Giustizia.

Featured Posts
Recent Posts
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.
  • Facebook Classic
  • LinkedIn App Icon
  • Twitter Classic
bottom of page