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Sesso, stupro e mentalità


Negli ultimi giorni è imperversato sui social e non solo, un dibattito piuttosto feroce a seguito della confessione di Asia Argento, figlia dell'omonimo e famoso regista, circa lo stupro subito dal noto produttore cinematografico Weinstein, a cui successivamente hanno fatto seguito anche l'Intervista di Miriana Trevisan, ex velina, ma anche commenti popolari e impopolari di tutta la rete. Personalmente, ne ho trovato soltanto uno che in qualche modo mi rappresentava ed è stato quello del prof. Erspamer, docente di lettere di Harvard e che riporterò qui di seguito.

''Che tante attrici, attricette e veline si prostituiscano per fare carriera, alcune con qualche talento, altre nessuno, non toglie che chi le aiuti in cambio di sesso o addirittura lo pretenda sia un essere indegno e una minaccia per la società, colpevole non solo di abuso di potere ma anche di svolgere male il compito che solo giustifica la sua posizione e i suoi privilegi, che è selezionare in modo onesto e imparziale le persone più capaci. In altre parole è un corrotto e i potenti corrotti sono la feccia dell'umanità e la causa della gran parte dei mali del mondo: meritano dunque la rovina totale e il disprezzo pubblico, senza sconti e attenuanti. Lo stesso naturalmente vale per tutti gli altri ambiti sociali, università, giornali e politica inclusi. Non ha alcuna importanza che la merce di scambio sia il corpo o il denaro o altri beni: chi offre qualcosa per ottenere un vantaggio è chiaramente scorretto e se scoperto dovrebbe perdere il posto e i benefici acquisiti, anche retroattivamente; ma si tratta di una debolezza comprensibile, così diffusa che la società da tempo immemorabile ha cercato di difendersi attraverso controlli affidati a personaggi di responsabilità e autorità. Enormemente più grave, dunque, è il loro tradimento... Detesto l'indulgenza nei confronti di qualsiasi stronzo, anche se sfortunato o miserabile; ma l'indulgenza nei confronti dei potenti è viltà e desiderio di essere come loro.'' F. Erspamer

Resta però, almeno dal mio punto di vista, uno stimolo di riflessione che ancora non è emerso nel dibattito e che non è minimamente connesso con la giustificazione di uno stupro, uno spunto forse un pò antipatico per qualcuno, ma che, credo, siamo giunti al punto di dover sollevare.

ESISTE LA POSSIBILITA' DI DIRE NO. Il dire di no, non è il dire di no allo stupro, è il dire di NO a un certo tipo di mentalità in base a cui se la dai, fai. Se non la dai, ti arrangi. Detto francamente, io non mi immagino attrici del calibro di Virna Lisi -per citarne una italiana - e Andrey Hepburn mercificare il proprio corpo, tette, sedere o simili per fare un film, avere una scrittura o fare carriera. Quindi, sebbene il caso abbia sollevato la questione stupro e modalità di funzionamento del mondo dello spettacolo, credo ci sia anche da riflettere su altro. Le donne cosa sono disposte a fare pur di fare carriera? Non mi venite a dire che tutte le donne sono sante santissime perché non credo nelle favole. La verità è che anche loro, molto spesso, scelgono la via più facile. Usare le tette, si sa, con un uomo, almeno con la maggior parte che in luogo di ragionare con il cervello, ragionano con il pisello, è la via più facile e veloce. Così in questo modo, si costruiscono da millenni nel cinema e nello spettacolo, personaggi di fama, influencer, che nulla valgono perché le tette ti possono aiutare anche a entrarci in quel mondo, ma se poi non sai recitare, o non sai fare quello che dici di saper fare, una sola resti. Si apre un capitolo veramente importante sulla coscienza che le donne hanno di se stesse e del proprio valore, della propria dignità e della propria persona. Certo, ciò implica fare scelte forti, perché naturalmente in un mondo che così funziona, significa rinunciare a un film, a una produzione, all'amicizia di qualcuno. La signora Lisi, in diverse interviste, ha sempre manifestato un fastidio piuttosto tenace verso tutta una serie di personaggette senza sostanza che si spacciavano per attrici, sottolineando che per esserlo davvero, occorre preparazione, impegno e tenacia, e soprattutto fatica, una cosa che senz'altro le tette accorciano di gran lunga. Ma ripeto, solo e soltanto per quegli interlocutori che fondano il loro modo di ragionare e di selezionare, sugli ormoni e non sulla competenza. Perché, indiscutibile che una donna leggera possa muoversi in questa direzione, ma tu uomo, resti comunque un maiale lo stesso. Credo che nessuno possa dire di non avere mai fatto esperienza di questo modo di pensare, nel proprio ambito di riferimento. Non credo sia un problema che riguardi solo il mondo dello spettacolo. Che lì, tutto sia più accentuato, sono d'accordo, ma queste modalità altro non sono che lo specchio di una società dove certi metodi sono più chiari ed efficaci per fare carriera, che il cervello.

Penso che la sostanza e il valore di un uomo e di una donna si vedano anche da cosa decidono di fare. Un uomo deve sapere dove fermarsi e una donna in quali guai non cacciarsi.

Trovo molto triste fermare il dibattito al clamore di uno stupro e non avere il coraggio di andare oltre.

Insomma, il concetto è, se vogliamo fare la differenza, la differenza la dobbiamo fare davvero non per finta. Se vogliamo fare le attrici, o qualsiasi altro mestiere, bisogna fare le attrici e qualsiasi altro mestiere, non le prostitute. Perché anche se è una cosa che non amiamo sentirci dire, è che, se non abbiamo certamente colpa di uno stupro - che SEMPRE è da condannare - abbiamo colpa, quello sì, del valore che non sappiamo dare a noi stesse finendo così col buttarci via al primo bifolco offerente una elemosina.

Un film in meno, ma un pizzico di dignità in più forse ti aiutano a costruire quella attrice o quella professionista di sostanza che facendo bene il proprio lavoro potrà fare la differenza.

E che dire, in qualche modo, forse si spazza via anche tutto ciò che è mancanza totale di talento, competenza e capacità dagli ambienti che contano.

Le femministe che hanno coniato il motto : IL CORPO E' MIO E DECIDO IO, non credo avessero francamente in mente che questo corpo poi bisognasse buttarlo via. La libertà sessuale è un conto, la stupidità un altro. Il rivendicare l'esercizio di una sessualità più disinibita per le donne che è un altro tema da non sottovalutare, non va di pari passo con il privarsi di dignità e rispetto.

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