top of page

Lo ammazziamo questo Gattopardo oppure no?


Se questo paese non cambia, a questo punto della storia, non è più colpa dei governi, ma dei normali cittadini, collusi con un potere gattopardiano. Lo stesso A. Friedman, giornalista politico che si occupa di questioni italiane, senz' altro non di fazione che può essere tacciata per populista, sostiene, nel suo libro, che il Gattopardo vada 'ammazzato'. Purtroppo nella sua dissertazione, come gran parte degli italiani, me compresa a suo tempo, ha preso una sola immensa credendo che Renzi fosse il rottamatore e di conseguenza la soluzione ai problemi italiani. Mentre effettivamente ormai abbiamo appurato che il premier con il giubbotto è in realtà un Gattopardo solo travestito di modernità. A questo punto, se l' italiano non lo rottama per proprietà transitiva, è Gattopardo pure lui.

Quando Tomasi scrisse il Gattopardo mise proprio in luce questo atteggiamento tutto italiano di cambiare ma non cambiare, vale a dire quella costante resistenza al cambiamento di mentalità che permane nonostante l'eventuale cambio di dominazione. Naturalmente, erano altre epoche, e allora si poteva quanto meno parlare di dominazioni differenti, oggi pare che in molti casi il raffronto non sia tanto su domini differenti, quanto su sostanze nettamente diverse. E oltre a ciò, possiamo anche dire che il Gattopardo è rappresentato dalle persone stesse che a parole invocano il cambiamento, ma poi nella realtà non solo non fanno nulla per apportarlo, ma diventano i migliori e più fedeli complici del non-cambiamento.

Mi piace dedicare ai siciliani che stanno per affrontare le elezioni regionali questo pensiero di Tomasi che in realtà va bene per qualsiasi cittadino italiano che il cambiamento lo voglia sul serio e che come Friedman sia dell'idea che il Gattopardo vada fatto fuori. Con una precisazione: nessun cambiamento in nessun paese e questo vale sia a livello individuale che sociale, è mai avvenuto senza il consenso delle persone e senza la piena consapevolezza che è giunto il momento di cambiare e che non si può più continuare con la mentalità imperante. Detto ciò non sono i governi che cambiano semplicemente e non solo, ma è il popolo che cosciente di voler cambiare impone in maniera determinante ai governi di cambiare.

Assumiamoci quantomeno la responsabilità di decidere senza fare finta di volere rivoluzioni se del potere anche corrotto ci piace essere amici oppure se supinamente ci sta bene esserne zerbini. Si tratta di scegliere, ma mettendoci la faccia.

“Il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i piú bei regali.”

Da: Il Gattopardo, G. Tomasi

Michela Diani, 20 ottobre 2017

Featured Posts
Recent Posts
Search By Tags
Non ci sono ancora tag.
  • Facebook Classic
  • LinkedIn App Icon
  • Twitter Classic
bottom of page