Convenzione di Istanbul o di Mohammed?
' Le Parti incoraggiano il settore privato, il settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e i mass media, nel rispetto della loro indipendenza e libertà di espressione, a partecipare all’elaborazione e all'attuazione di politiche e alla definizione di linee guida e di norme di autoregolazione per prevenire la violenza contro le donne e rafforzare il rispetto della loro dignità.'' Art. 17 Convenzione di Istanbul
Quanto i mezzi di comunicazione collaborano a questa campagna? Ossia, a parte la trattazione di scoop propagandistici che fanno audience, come nel caso Weinstein, quanti effettivamente e con competenza si occupano di questo argomento, ritenendolo importante e fondamentale per la crescita di un paese civile? L'uso dei media è fondamentale per promuovere una cultura di rispetto nei confronti delle donne soprattutto in una società dove gli uomini partono sempre avvantaggiati perché geneticamente sostenuti da una cultura maschilista e pregiudizievole nei confronti delle donne. A fronte di qualsiasi iniziativa o giudizio è sempre la parola della donna ad essere messa in discussione, mai quella dell'uomo che viene protetta da una sistema composto da una visione maschilista, ma anche da una cultura da crocerossina delle donne stesse. Educate infatti, fin da piccole, all'accudimento e alla gentilezza, finiamo per essere possedute da una malformazione di un complesso da crocerossina che viene poi esercitato anche in condizioni di violenza di genere. E' in sostanza quell'atteggiamento culturale che fa sempre vedere l'uomo come il 'poverino' della situazione. Povero uomo è stato sedotto, povero uomo sarà stato provocato, povero uomo era nervoso, povero uomo porta a casa i soldi, povero uomo ma è pur sempre il padre, povero uomo ha sofferto da piccolo. Fino a quando continueremo a essere prigionieri di questo copione culturale giustificando chi fa del male a danno di chi subisce provocando ingenti danni non solo alle donne e alle madri, ma anche ai figli perché in questo modo si instilla esattamente il copione che andrebbe estirpato per fare un salto evolutivo nella storia? Sostenendo un modello culturale vecchio e retrogrado, oltre che violento e non rispettoso di una parità di sostanza fra i sessi, le donne che rifiutano questo copione vengono lette come aggressive o femministe, quando in realtà si tratta solo di un principio di autodeterminazione storica necessaria per superare il vizio inconsapevole dei tempi e agli uomini viene consegnata su un piatto d'argento la legittimazione di comportamenti sempre più aggressivi perché gli stessi restano impuniti ed anzi vengono addirittura caricati di forza e sostenuti da quelli che si definiscono operatori sociali. A riprova di tutto ciò è ben utile precisare che gli uomini che non esercitano aggressività non rientrano nella casistica. Mi spiego. E' inutile che si voglia unificare una campagna degli uomini contro quella delle donne. E' indispensabile che gli uomini sani scendano in campo e battaglino con noi su questo tema proprio per distinguersi da stronzi, bastardi, prepotenti e violenti che altrimenti approfittano da furbi del sistema, ancora una volta, per fare le vittime. E' richiesto e in questo, ha ragione, la presidente della Camera, un salto di qualità agli uomini, un salto culturale. Se non fate questo salto cari uomini sani per paura, siete uguali allora agli altri, perché chi non prende posizione, in realtà la prende a favore della violenza. Togliamoci dalla testa che se un uomo aggressivo e prepotente che fa violenza su una donna sia un buon padre.