Il problema delle donne non sono solo alcuni uomini, ma anche alcune donne
Il problema delle donne non sono soltanto alcuni uomini, ancora intrisi di atteggiamenti di maschilismo e superiorità nei confronti delle donne, ma anche alcune donne che hanno paura delle colleghe di genere che reclamano diritti, autodeterminazione e soprattutto rispetto.
Del resto non è difficile comprendere le motivazioni di questo atteggiamento femminile. Viviamo in una epoca che è per certi versi una sorta di raccolta dell'umido del peggio di tutte le epoche storiche precedenti, compreso il femminismo. Mi spiego meglio. Anche io, fino a un pò di tempo fa ero disturbata da questo termine 'femminismo'. E tutto ciò perché ad esso associavo concetti quali 'l'utero è mio e lo gestisco io', o posizioni culturali che hanno avvicinato la donna più a un essere maschile che a una migliore espressione della propria femminilità.
Poi ho capito che bisognava prendere del femminismo tutto ciò che di buono ci ha portato e ci ha lasciato per andare oltre e costruirne un altro che ripulisce il vecchio concetto con qualcosa di nuovo e maggiormente rispondente sia con i bisogni di autodeterminazione femminile che corrispondono alla nostra epoca - che non è più quella degli anni del femminismo, diverse sono le condizioni storiche e sociali, ed anche economiche - , ma anche rispondente al bisogno di riportare nella nostra epoca una sorta di nuovo umanesimo globale che riguardi uomini e donne. E' inutile che continuiamo a credere che le due cose siano separate. Se cambiamo noi, è necessario che cambi anche il sesso maschile, perché a ogni evoluzione vi è una rinegoziazione dei rapporti. E quindi a fronte di una maggiore affermazione femminile, di una assertività storica come quella che chiamano i nostri tempi, è naturale che debba corrispondere un 'aggiustamento' maschile. Cosa c'è di male nell'uscire dagli stereotipi sociali e vivere nuovi modelli culturali, sociali, che fuoriescono dagli schemi precostituiti in cui la donna era una sorta di angelo gentile che dice sempre sì e non risponde mai per tono? Qualche giornalista intelligente dice che è finito il tempo dello 'Stai zitta e vai in cucina', qualcun altro che 'Questo è il secolo del sorpasso', cioè l'inizio di una epoca in cui le donne in qualche modo decidono di cambiare la storia. Ebbene, francamente, penso abbiano ragione. Penso che uomini e donne che pensano siano giunti alla stessa conclusione e che quindi questa rivoluzione 's'ha da fare', al contrario di quanto seguitano a credere i molteplici sgherri e Don Rodrigo di ipocrisia borghese e perbenista. A questo fine, mi sento di dire agli uomini che non hanno nulla da temere da parte di donne intelligenti che si sono semplicemente stufate di essere comandate, redarguite, zittite, maltrattate perché vogliono dire la loro, considerate delle parassite se decidono di crescere quei figli di cui voi uomini siete i padri, ma che evidentemente preferireste vedere abbandonati e squilibrati per avere più soldi. La vita che questa società ci riserva è sempre faticosa. Dobbiamo fare molte più cose, rendere il triplo, guadagnare di più, e comunque non basterebbe lo stesso. Adesso basta. Ma chi ha deciso che dobbiamo essere così e come voi volete che siamo?
Alle donne, alle colleghe di genere dico invece che non dovreste avere paura di chi sta cercando di cambiare la storia perché si è accorto che così non va bene. Direste mai a un chirurgo che non deve asportare un tumore se ciò mette a repentaglio la vita di un paziente? La nostra epoca ha un grosso cancro che è quello di uno squilibrio storico di forze ancora troppo a favore dell'uomo, ed esso va corretto, non fosse altro per garantire ai nostri figli qualcosa di diverso. E quindi invece che criticare, provate per una volta, ad ascoltare. Ad ascoltare i segni dei tempi, a leggere la storia, a comprendere che il nostro paese ha una storia e che segno di una buona capacità introspettiva è proprio quella di capire dal passato per andare oltre. Molte donne criticano le donne come femministe magari perché hanno semplicemente situazioni più agili e comode, senza problemi, ...da questo pulpito è decisamente più facile criticare chi invece deve guadagnarsi il rispetto a fatica. Provate a criticare Malala se ci riuscite solo perché voi avete la laurea. Provate a criticare una donna a cui hanno ucciso un figlio che è troppo arrabbiata. E' richiesto ogni tanto un semplice e banale atto di umiltà. Evitare i piedistalli se non sapete neanche quello di cui state parlando. E andare oltre. Perché magari dall'alto del vostro piedistallo ben arricchito e sicuro, siete più schiave di noi senza saperlo. Pretendere rispetto non è femminismo. O meglio se lo volete chiamare così nulla in contrario. Personalmente, non mi faccio governare dalle ombre, ma voglio essere protagonista di un femminismo nuovo del rispetto e non mi stancherò di sollevare la mia voce. Se questo fa paura o dà fastidio, francamente, il problema è soltanto vostro.