Il proprio posto nel mondo
Sarebbe opportuno che ogni individuo cercasse e trovasse il proprio posto nel mondo. Sarebbe opportuno che ciascuno ascoltasse la propria Voce e capisse quale è il proprio contributo da dare al mondo. Sarebbe opportuno che ogni essere umano capisse dentro di sé cosa desidera, in cosa può essere utile visto che non siamo al mondo solo per respirare, mangiare e dormire. Sarebbe anche importante che si decidesse non per un concetto di potere ma di servizio. Perché è così che cambia completamente la dimensione della scelta. E' così che si impara a fare un passo in avanti quando è giusto farlo e un passo indietro quando è altrettanto opportuno. Purtroppo, questa è una 'regola' del dinamismo interiore che non è chiara a tutti. Infatti, tendenzialmente è più facile incontrare prevaricatori sociali che si fanno avanti per ottenere posti che non sono neanche in grado di ricoprire adeguatamente che persone che, con umiltà ma anche determinazione sanno chi sono e quindi non prevaricano, ma neppure permettono ad altri di prevaricarle.
Eppure, sarebbe così semplice se ciascuno facesse il suo, il proprio. Se ciascuno fosse felice di fare il proprio non sarebbe né invidioso di quello di altri né cercherebbe di usurpare nessuno. Sono sempre stata convinta che l'invidia sia dell'insicuro, perché chi è felice di essere ciò che è non imita nè invidia nessuno.
Può cercare di migliorarsi e portare se stesso a una versione migliore di sè, ma nulla di più. Tutto ciò ha a che vedere con il partorire se stessi nel mondo ed il proprio vero sè. Ha legami con il principio di inviduazione junghiano che non dovrebbe essere 'roba per pochi'.
'' La visione del sè va al di là della nostra coscienza ordinaria. E' paziente e sa attendere che la nostra personalità sia pronta. Quando seguiamo la guida del sè verso la realizzazione del suo progetto, sentiamo una gioia sempre più profonda pervadere il nostro cuore'' cfr. La promessa di ciò che puoi essere, Busham Moretti