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Ciascuno ha il proprio viaggio da compiere


Ciascun individuo ha il proprio viaggio da compiere. Non si tratta di un viaggio esteriore dove la persona deve spostarsi fisicamente da un luogo ad un altro. Si tratta di un viaggio interiore dove lo spostamento avviene da un punto del proprio essere a un altro, da una tappa evolutiva alla successiva, da un modo di essere a una trasformazione, da un 'luogo interiore' inteso come status di essere di se stessi a un altro. In questo viaggio, si cammina, si corre, si utilizzano diversi 'mezzi' di crescita e cambiamento, alcuni ricercati e scelti, altri vengono forniti dalla vita gratuitamente senza nessun tipo di ricerca. A volte è la sofferenza a farsi mezzo di cambiamento, a volte la gioia, a volte la consapevolezza. Non vi è limite nel proprio viaggio interiore verso la conoscenza e l'evoluzione. Anzi, per la verità, tutti dovremmo tenere bene a mente che lo scopo della nostra vita è compiere questo viaggio e non restare fermi sempre nello stesso punto. Il cambiamento è un dinamismo che spesso costa molta fatica. Talvolta, infatti, anche se stiamo male nelle situazioni che viviamo, nel lavoro che svolgiamo, nelle relazioni che viviamo, preferiamo sempre il restare dove siamo per la paura del vuoto che l'abbandonarci al cambiamento liberando il cuore e l'anima dalle catene dell'abitudine e della routine. Il peggior cancro che viviamo nella nostra società è stare male e non fare nulla per cambiare il nostro stato e questo accade sia a livello individuale che sociale. Preferiamo dire che 'tanto non cambia nulla' ' tanto per tutti gli sforzi che faccio non otterrò mai nulla' e proseguire in uno stato depresso cronico nella stessa direzione di prima, stancamente, lasciandoci vivere.

Per questo motivo, credo che, ogni viaggio debba avere una caratteristica fondamentale che è quella dell'assertività. Ciascun viaggio dovrebbe essere assertivo, non subito, non passivo, ma agito.

Come quando viaggiando realmente facciamo le valigie, prendiamo il treno o l'aereo, ci mettiamo risorse fisiche ed energetiche per muoverci, creatività per stabilire gli itinerari, fantasia per scegliere le mete, cuore e desiderio per andare dove desideriamo andare e non dove necessariamente vanno tutti perché è una meta famosa o di massa. Il viaggio, secondo Widmann, è una metafora dell'esistenza. E infatti dentro di noi c'è un viaggiatore che esplora, si muove e determina con le proprie scelte le proprie mete.

Questo è il motivo per cui insisto sul concetto di assertività. Essa è l'antitesi della passività, del viaggio fine a se stesso, del girovagare senza una meta, dello stare in mare guidando una barca senza sapere dove si sta andando. Mettersi in viaggio significa anche accettare la responsabilità di questo viaggio, rinunciando a qualcosa, e guadagnando qualcos'altro. Il viaggio è senz'altro la migliore alternativa al lamentarsi sterile e vuoto dell'immobilismo interiore.

'' Il problema è realizzare il suo proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sé. '' ( H. Hesse)

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