Schiavi o protagonisti?
" Esercitiamo costantemente un impatto sul mondo in cui viviamo, attraverso la nostra presenza, la nostra energia, le nostre interazioni con gli altri. La domanda è: che tipo di impatto esercitiamo? Mettiti in mostra! Sii entusiasta! Infondi energia! Come è possibile che qualcuno resti impressionato dalle tue doti di star se per coltivare queste doti aspetti di essere diventato una star?" Marianne Williamson
Come è possibile che una speacker di fama mondiale conosciuta per la sua spiritualità parli di star... probabilmente perchè, dentro di noi, c'è il desiderio di realizzare qualcosa di talmente bello e impressionante nelle nostre vite che in fondo dobbiamo diventare attori e primi protagonisti delle nostre vite nell'anima!
Dietro a questa riflessione di Marianne Williamson infatti, non vi è un concetto di narcisismo ma un concetto di servizio e di utilità, esattamente come lo stesso Nelson Mandela suggeriva in una celebre poesia:
''La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda è di essere potenti al di là di ogni misura.
E' la nostra luce, non la nostra oscurità a terrorizzarci maggiormente.
Noi ci chiediamo: chi sono io per essere così brillante, stupendo,
pieno di talenti e favoloso?
In realtà, chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio di Dio. Il tuo giocare in piccolo non serve al mondo.
Non c'è niente di illuminato nel ridursi
perché gli altri non si sentano insicuri intorno a te.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi.
Essa non è in alcuni: è in tutti!
E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsciamente
diamo agli altri il permesso di fare la stessa cosa.
Nel momento stesso in cui siamo liberi dalle nostre paure,
la nostra presenza libera automaticamente gli altri. ''
oppure
" Non accontentatevi di una vita che è meno di quello che siete capaci di vivere''
Entrambe le riflessioni che partono da una concezione dell'uomo tutt'altro che da schiavo. Avendo ben presente il lavoro che Nelson Mandela fece sulla cultura del suo paese per liberarlo dalla schiavitù, e avendo quindi ben chiaro quale tipo di concezione umana vi sia alla base, credo che anche noi persone normali dovremmo cominciare a capire che l'accontentarsi sempre delle briciole non sia umiltà, ma una forma di schiavitù che per secoli ci è stata tramandata per mentalità e cultura. Per uscire da questa schiavitù occorre liberarci di chi ce la procura. La schiavitù prima di essere una condizione esteriore è una condizione mentale. Molte persone sono schiave per scelta. Decidere di non essere più schiavi significa prendere su di sè la sovranità della propria esistenza, della propria vita, e della vita della propria nazione.