Altro che Giobia, bisogna dare fuoco all'ignoranza
BUSTO ARSIZIO: L' UNICA GIOBIA A CUI IO DO FUOCO E' L'IGNORANZA.
Ieri sera ho cominciato a leggere il libro di questo giudice e, per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sono sentita capita. Ho compreso come la violenza contro le donne sia prima di tutto un problema di cultura, o meglio di assenza di cultura, ossia di ignoranza. Lui stesso riferisce in un episodio di fronte a un uomo maltrattante come in un'epoca profondamente maschilista e avulsa a questo tipo di tematiche, occorra essere temerari e coraggiosi per lanciare nell'ambito della giustizia, spunti di riflessione anche molto forti per indurre a pensare. Da subito emerge una distinzione tra vari tipi e forme di violenza alle donne. La violenza non è solo quella fisica, ma è anche psicologica ed economica e che sia un giudice a proporre certe argomentazioni sulla base di un lavoro di ricerca durato circa 25 anni, fa capire come alcune tematiche non siano semplicemente reali e concrete, ma siano a tutt'oggi il centro di una ignoranza magistrale di una parte della magistratura, degli operatori peritali e degli assistenti sociali. Il modo in cui le donne vengono giudicate, maltrattate, diffamate, villipese anche dalla giustizia è una bestemmia sociale. Se non avessi sperimentato sulla mia pelle questa ignoranza giudiziale, questa indifferenza spaventosa di un sistema che crea danni alle donne e ai minori e che anzi glieli moltiplica gratuitamente sulla base di una inettitudine istituzionale senza paragoni, non avrei avuto il metro emotivo per comprendere quanta verità c'è nelle parole di questo giudice. Ed è per questo motivo che sono convinta e sempre di più che, appellandoci all'art. 21 della Costituzione Italiana, i nomi degli operatori dannosi alla comunità debbano essere pubblici, visto che non è diffamatorio denunciare pubblicamente un pubblico ufficiale quale è un perito, quando è chiara e netta la sua incapacità e la sua incompetenza a fronte delle perizie effettuate. Mentre leggevo riga dopo riga, mi dovevo ogni tanto fermare, perché era come toccare con mano l'ignoranza bifolca e gretta della dott. Gabriella Marzorati del Tribunale di Busto Arsizio, perito parassita che sopravvive facendo all'interno dello stesso facendo perizie false, fallaci ed errate a danno dei malcapitati fra le sue mani. Non è purtroppo l'unica a mal operare in questo Tribunale, ma a nulla è valso il richiedere di aprire dei fascicoli di indagine nominali sui periti operanti, perché ove la connivenza con la malagiustizia è la regola, ogni perizia fatta a muzzo, diffamante e non veritiera, può essere tollerata per evitare che indagando possano emergere lavori peritali degradanti diffusi. Allora è meglio tacere, fare finta che i periti del Tribunale di Busto Arsizio siano professionisti seri e non operatori della merenda senza credibilità perché ignoranti su una tematica così importante ma anche all'ordine del giorno come la violenza alle donne. Ebbene, la sottoscritta non tace. Non faccio silenzio sulla incompetenza istituzionale della dott. Gabriella Marzorati, non faccio silenzio della perizia diffamante nei miei confronti e ne chiedo pubblicamente la rimozione dall'elenco dei periti del Tribunale di Busto Arsizio e l'interdizione dal pubblico ufficio. Non è possibile tollerare in un palazzo di giustizia un perito fautore di perizie false. Non è possibile soprassedere con l'esistenza di periti che rovinano la vita di persone sane e di minori per proteggere con la loro ignoranza padri disfunzionali, apportando con i loro negligenti operati ancora più fatica, più difficoltà e più dolore di quello che già si doveva affrontare. Non è possibile tollerare in una comunità che si indigna per un fantoccio perché ciò toglie credibilità e immagine alla città di Busto Arsizio, un perito che con le sue perizie mette in pericolo la collettività. Non è possibile tollerare che accadano in un Tribunale cose di questo genere perché questa è mafia. È mafia connivere con un perito che fa perizie false, è mafia lasciare correre su quanto accaduto giacché se questo perito non viene perseguito, continuerà ad operare a danno della comunità alla stessa maniera e ciò non è giusto. Non si può avere fiducia in una istituzione pubblica che connive con chi opera malagiustizia e lo protegge. Sono schifata da quanta indignazione ho letto in questi giorni per un pupazzo bruciato in segno di una tradizione popolare e quanta indifferenza mi tocca tollerare di fronte alla mafia che c'è in questa città e di fronte a cui si fa finta di nulla. Sono schifata da quante coscienze si mobilitano per un fantoccio e quante fanno finta di niente di fronte a questa connivenza risaputa dei periti del Tribunale di Busto Arsizio. Sono schifata perché una città che non sa distinguere una tradizione dalla mafia, che non sa scendere in piazza che per le minchiate, ma non per le cose serie - e in questa città di cose che non funzionano ce ne sono tante - è una città perduta e priva del senso della misura. Invece che preoccuparvi di quanto la Boldrini abbruttisca l'immagine della città con le polemiche che ha scatenato, preoccupatevi di quanto la abbruttisce la mafia a cui questa città appare così normale prassi che risulta strano denunciarla. Da: Donne donne e Uomini non ominicchi e quaquaraquà
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