La violenza psicologica e la sua incomprensione nelle istituzioni
'' La violenza psicologica ricorre, pur in assenza di parole ed espliciti gesti intimidatori, in qualsiasi condotta che in relazione alle particolari circostanze sia suscettibile di togliere alla persona offesa la capacità di determinarsi e agire secondo la propria autonoma e indipendente volontà. Le condotte giuridicamente rilevanti si presentano dirette a comprimere, ridurre o eliminare il bene della libertà individuale, il quale comprende ai sensi dell'art. 13 della Costituzione, oltre alla libertà morale - di pensiero, di coscienza, di affetto, di vita di relazione, di vita sessuale - anche quello della libertà di autodeterminarsi, bene che può realizzarsi anche mediante la libertà di movimento ed economica.... Nella scienza psicologica, l'abuso psichico viene definito come un attacco diretto contro la fiducia in sè e l'autostima di una persona. Comprende comportamenti quali le critiche costanti, il ridicolizzare, le continue accuse di infedeltà, l'incapacità di tollerare il disaccordo, il minare l'autorità materna davanti ai figli, il controllo continuo dei movimenti e la pretesa che il partner renda conto del suo tempo, l'umiliarla in pubblico o davanti ai figli. Secondo tali definizioni si può concretamente affermare che le diverse forme di aggressione psicologica si presentino maggiormente insidiose per la vittima delle condotte antigiuridiche in quanto di più difficile comprensione e soprattutto perché dotate di un maggiore tasso di pervasività. ... A seguito di queste condotte reiterate nel tempo, le conseguenze sul piano della vittima sono devastanti. A differenza dei casi di violenza fisica, nei quali l'idea della responsabilità della vittima viene smentita dalla illeceità del comportamento dell'autore, nei casi di violenza psicologica, nei quali la condotta dell'autore è caratterizzata da diverse sfumature, vi è il rischio che la vittima non riesca a trovare un supporto esterno, soprattutto perchè non compresa dalle istituzioni. '' Da: Crimini contro le donne, Giudice Fabio Roia, Tribunale di Milano
La cultura non è una opinione. L'ignoranza è un fatto. Mi rendo conto che ci vogliono cervelli fini nei Tribunali e non periti dozzinali. Ah, dimenticavo, per giunta hanno anche da ridire che a un certo punto la vittima si incazzi....