Le donne di Klimt
Gustav Klimt era innamorato delle donne. Le rappresentava in ogni loro aspetto, età, caratteriologia e modello. In un certo senso, mi verrebbe da definire Klimt, lo Jung della pittura. Le donne vengono rappresentate sia in forma naturale - cioè rappresentazioni di persone reali e conosciute del tempo - che in forma simbolica, quando egli deve portare in evidenza, forse, perché non ce lo ha mai detto apertamente, alcuni tratti più nascosti della loro personalità o 'usarle' a loro volta come rappresentazione di altro, come ad esempio nel caso di Medicina e Giurisprudenza. In ogni sua pittura, ciò che conta, a parere mio, e quindi, un parere di puro gusto e non certo tecnico, sono i dettagli. Lo sguardo, la posizione, gli atteggiamenti, i colori, i sentimenti che quella pittura suscita nell'animo che osserva. Ve ne è per tutti i gusti, la rappresentazione della dolcezza e della maternità, e quella della eccentricità, dell'aristocrazia più distaccata e del ripiegamento umano su se stessi. Credo che Klimt sia uno dei pittori che ha offerto nella sua opera più spazio alle donne, tanto da meritare una mostra attualmente in corso a Roma, presso la sala delle Donne, un tributo di considerevole importanza a cui mi auguro il Comune di Roma saprà dare per l'8 marzo il giusto rilievo.
Quando le donne sono amate fioriscono. Klimt ce lo dimostra attraverso l'arte pittorica, ma questo è ciò che avviene anche nella vita quando alle donne viene lasciato spazio libero di azione, anche uscendo dai canoni degli status quo imposti dal loro tempo. Come ben potete infatti, osservare da alcuni dipinti qui rappresentati, alcuni di essi avranno senz'altro al tempo di Klimt suscitato parecchio subbuglio.
Ma come ben disse lui, in una delle sue riflessioni più note: '' A me non importa che un mio quadro piaccia a tutti, ma a chi piace''. ( cfr. G.Klimt).