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Buoni governi, cattivi governi


Un governo dovrebbe anche conoscere il proprio popolo ed esserne un buon educatore. Se un governo avesse a cuore i propri cittadini, la loro dignità e il loro benessere, ravvederebbe in loro le qualità e i difetti e si adopererebbe per renderli migliori. Un buon governo dovrebbe andare di pari passo a un buon popolo e ciò sarebbe costituzionale. Se io governo mi accorgo che facendo qualsiasi sopruso il popolo tace e subisce è evidente che il popolo debba essere educato al dissenso e alla ribellione. Purtroppo però, quanto espresso, corrisponde all'animo di un governo nobile e non corrotto. Un governo corrotto ha tutto l'interesse nel fare in modo che il popolo resti nelle abitudini comportamentali dannose a se stesso e si adopera quindi per non promuovere la cultura, beffeggiarla e per soffocare il dissenso, visto come pericoloso per chi vuole comandare a danno del popolo. Il popolo che è ignorante ed è quindi principalmente volgo non si pone il problema di dire a se stesso: ' il governo vuole il mio male, quindi mi ribello' perché è incapace - come diceva già Montanelli - di leggere la propria storia e quindi di riconoscere in sè quei copioni esistenziali che gli fanno sempre scegliere governanti prevaricatori. Insomma, un pò di psicologia junghiana agli italiani non farebbe male, e se non altro, la smetterebbero di farsi mettere i piedi in testa da 4 bifolchi seduti su cadreghe dorate ma del tutto privi di quella nobilità d'animo che è vera essenza per qualsiasi incarico pubblico. Perché da sempre, il motore di ogni rivoluzione è solo e unicamente la consapevolezza. La cultura dà fastidio perché chi migliora se stesso non accetta più di essere schiavo.

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