Quando la malagiustizia diventa normalità
Quando in un Tribunale queste due cose sono unite in esso viene rappresentato lo sfacelo della società. Se non ci credete, venite a Busto Arsizio a vedere.
La negligenza istituzionale, il menefreghismo, la incapacità di vedere le situazioni nella globalità ( e quindi non a piccoli pezzettini disinteressandosi del tutto), produce a tutti gli effetti un sistema in cui i delinquenti, i furbi, i ladri, i maltrattanti la fanno da padroni con la complicità dei cretini dei palazzi.
A tutto ciò occorre porre rimedio. Non è più accettabile che all'interno delle istituzioni si continui a ignorare che il problema è originato dalle sue cattive prassi.
Un cittadino perbene non può essere violentato dalla malagiustizia solo perché facendo il vostro piccolo pezzettino vi sentite a posto con la vostra coscienza. Sono tragiche le maglie in cui veniamo travolte grazie a modus operandi a tutti noti, ma che si fa finta di non vedere.
Sapete perfettamente -e adesso vi impediamo di continuare a ignorarlo - che la violenza economica e le richieste di affido esclusivo di minori sono le armi prevalenti dei maltrattanti per rovinare la vita di ex mogli utilizzando i figli come merce di scambio. Con la vostra complicità, oltre a riconoscere ai maltrattanti la legalizzazione dei loro comportamenti delinquenziali, voi vi rendete anche colpevoli della cattiva educazione e dello sviluppo compromesso dal punto di vista affettivo, emotivo e morale dei minori.
Come possono crescere dei figli nelle mani di individui di questa natura? Eppure fate finta di non vedere e preferite che i genitori sani vengano uccisi in vita, mettendovi sulla bocca, ogni giorno, parole di quieto vivere come 'il bene supremo del minore'.
Tutto quanto accade all'interno del Tribunale di Busto Arsizio non è un problema del singolo. E non è neppure un problema dei magistrati e basta.
E' un problema che ci riguarda tutti, che riguarda l'intera collettività, perché le ripercussioni sociali sulle nuove generazioni sono mastodontiche. Producete senza accorgervene oppure volutamente ( perché non sono neanche convinta che la questione sia solo negligenza istituzionale) una società psichiatrica e scissa dove le nuove generazioni a causa vostra non sapranno più riconoscere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto, il cittadino perbene dal mafioso, in barba a tutti i progetti contro il bullismo e la violenza che quegli stessi professionisti che all'interno dei Tribunali legalizzano all'esterno condannano giusto per procacciarsi le pagnotte senza dar fastidio a nessuno.
E pertanto non è un problema di cui potete disinteressarvi oltre.
'' Seriale, diffusa, contagiosa, organizzata: è la corruzione, il male antico che in Italia arriva a minare le fondamenta del vivere civile. I delitti di corruzione presentano una cifra nera ( ovvero la differenza tra il numero dei reati commessi e quelli risultanti dalle statistiche giudiziarie) molto elevata. Per intenderci, il numero di condanne ogni 100.000 abitanti in Italia è più basso rispetto, ad esempio, alla Finlandia (uno dei paesi ritenuti meno corrotti al mondo), mentre gli indici di percezione della corruzione, elaborati da Trasparency Internacional, collocano l'Italia dietro molti paesi africani e asiatici. Poiché la criminalità sommersa sembra essere più elevata nelle aree centro-sud del paese, si può ipotizzare che la presenza massiccia della criminalità organizzata e della sottocultura che ne costituisce la matrice ideologica, ostacoli l'emersione della criminalità legata al malaffare politico-amministrativo. .... E' seriale in quanto, coloro che sono dediti a questi illeciti tendono a commetterli ogni volta che ne hanno occasione, con ragionevole certezza di impunità. E' diffusiva in quanto corrotti, corruttori e intermediari, al fine di assicurarsi la realizzazione dei patti illeciti, tendono a coinvolgere altre persone, creando una fitta rete di interrelazioni illecite, fino a che sono gli onesti ad essere esclusi dagli ambienti prevalentemente corrotti. Appare quindi un grave errore considerare i reati di corruzione come episodi isolati anziché calarli nel contesto generale in cui si compiono. ''
Piercamillo Davigo, Il sistema della corruzione