Lea e Peppino, due di noi
Mi preme parlare di Lea Garofalo e di Peppino Impastato perché erano due di noi. Due persone semplici. Due persone comuni. Non erano famosi e non avevano nulla. Non possedevano altro che la loro dignità. Non possedevano altro che la forza prorompente della verità. A differenza di Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e tanti altri che sono morti per mano della lurida e sudicia mafia, che possedevano ruoli particolari o titoli da magistrato, a differenza anche di Ilaria Alpi che era una giornalista già di fama, Lea e Peppino potevano essere chiunque di noi. Quel chiunque senza mezzi, senza strumenti particolari, senza qualcosa di speciale o importante dal punto di vista materiale. Hanno fatto il loro dovere quando in fondo potevano evitare di farlo, e molte persone al loro posto, avrebbero girato la faccia dall'altra parte.
Come accade oggi, tutti i giorni, in tutte le piccole e grandi città di Italia, Lea e Peppino muoiono per colpa di chi gira la faccia dall'altra parte. Ma forse la faccia la girano non solo perché non hanno il coraggio di fare ciò che hanno fatto loro, ma la girano perché non hanno il coraggio di guardare loro negli occhi perché costa fatica alla viltà guardare in faccia il coraggio. Costa fatica all'omertà fare spazio alla denuncia, costa fatica all' abitudine alla mafia fare spazio alla determinazione del no. Costa fatica alla comodità del sopruso dilagante fare spazio alla civiltà. Costa fatica a tutto ciò che è sporco guardare ciò che è pulito. Costa fatica mettersi su certe barricate. Si resta soli. ' Si muore, diceva Falcone, perché si viene lasciati soli'. La massa ignorante e vile è la forza della mafia. La massa supina e schiava è la forza della mafia. Alla mafia danno fastidio gli idealisti, i sognatori, coloro che credono ancora di poter cambiare qualcosa, quelli che vanno avanti anche se sembra impossibile. Quelli che non si piegano anche quando la mafia si rende invisibile, quando si traveste da abito che conta. Il giornalista Paolo De Chiara, autore del libro su Lea Garofalo, durante la presentazione del suo libro a Villa Litta ha usato toni forti e tonanti. ''Abbiamo la classe dirigente più schifosa possibile''.
E 6 vigliacchi contro una donna e un dichiarato suicidio per togliersi dalle scatole il dovere di ammettere la verità ce la dicono lunga su quanto. Certo che se crediamo ancora che la mafia sia il picciotto abbiamo ancora tanti miti da sfatare sulla mafia.