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La dignità non è in vendita


Nel leggere un libro molto interessante di una storica culturale di Londra che parla delle emozioni, mi sono imbattuta in una parola, Abiman. Essa corrisponde a una parola indiana, il cui significato letterale è 'orgoglio di sè' e 'dignità'. Trae inoltre un senso più profondo in un'altra parola indiana ' balam' che significa forza.

Perché mi ha colpito? Perché l'autrice che fa parte del Comitato Direttivo di un Centro Studi sulle emozioni londinese, la annovera tra le emozioni che l'essere umano prova e a cui talvolta non sa dare un nome.

E allora ho fatto la mia riflessione. Secondo voi, questa emozione, questo sentimento, questo 'sentire' è qualcosa che davvero conosciamo?

Gli ultimi anni della mia vita sono stati un campo di battaglia, in cui mi sono dovuta imbattere in molte persone che hanno cercato di calpestarla la mia dignità e che si sono risentiti quando mi sono ribellata a questo loro atteggiamento. Mi è stato così inevitabile riflettere sul fatto che la gente è così abituata a farsela schiacciare la propria dignità - rispondendo spesso di fronte a questi soprusi con un 'e vah beh dai pazienza' ed accettando in questo modo, talvolta cose inaccettabili - oppure a calpestarla bellamente perché occupa una qualche poltrona di prestigio e potere, che evidentemente che qualcuno punti i piedi sia qualcosa di particolarmente scomodo e imbarazzante.

Dignità. Una parola che ha un profumo e un valore inestimabili.

Un sentimento con tinte talvolta molto forti perché quando si nomina la dignità quasi sempre o é perché per qualche motivo la si vuole proteggere o affermare oppure perché al contrario è stata ferita.

Penso che noi abbiamo molto bisogno in questo paese di riscoprire il valore di questa emozione che personalmente trovo più simile a un sentimento, in quanto non è passeggero e volubile quanto può essere una emozione, ma profondo e duraturo come un sentimento che permane dentro di noi.

In parte credo, da quello che vedo, intorno a me, che le persone si stanno svegliando e stanno cominciando a riscoprirne il valore e a non accettare più chi cerca di portare via loro la dignità, che ciò avvenga a livello sociale, governativo, istituzionale, etc. Personalmente ritengo che la dignità sia qualcosa di troppo prezioso per permettere a qualcuno di calpestarla e pertanto, quando qualcuno tenta di farlo e soprattutto ingiustamente, a differenza di tanto tempo fa dove forse agivo un perdono bonario che tuttavia metteva chi mi calpestava nella posizione di ripetere nuovamente il sopruso, ora come ora ho cambiato strategia. Più si sale e più le poltrone mi calpestano come cittadina e soprattutto ingiustamente e più dovranno rendere conto della dignità che mi hanno calpestato. Non voglio vivere in un paese dove chi calpesta la dignità delle persone ingiustamente occupa posti importanti nella società o nelle istituzioni. La dignità ha a che vedere con la giustizia. E guai a chi in qualche posizione di forza rispetto a qualcun altro si permette di schiacciare la dignità di un debole, di un povero, di un qualcuno che in quel momento è già in una condizione di difficoltà.

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