Pensare l'evoluzione dei generi
In sostanza, si cerca una strada per far evolvere entrambi i generi, sia quello femminile che quello maschile. La strada per l'evoluzione non è quella di continuare a tollerare la sopraffazione del genere maschile. Quindi le donne non devono subirla più e gli uomini non devono farla più. Si chiama insomma riequilibrio dei generi. Facile a dirsi, difficile a farsi. Perché per farlo, gli uomini devono accettare che le donne non sono più quelle di prima e che non hanno intenzione di tornare indietro e gli uomini devono rinunciare a questa loro innata e insita nella loro natura volontà di possederci, prevaricarci e in qualche modo controllarci. Se l'animus e l'anima in un individuo possono essere armonicamente distribuiti, non vedo perché l'energia maschile e femminile all'interno dello spazio reale non possano essere ridistribuite secondo un criterio di migliore armonia. Il fatto è che tutto è molto legato all'accettazione da parte dell'uomo che le cose sono cambiate e che le leggi del patriarcato non ci stanno più bene. Con dei paletti ben precisi riguardo anche alla questione femminista, ragion per cui, non definisco femminista una che condivide l'utero in affitto. Un pò come se per certi versi questa evoluzione fosse rivoluzionaria perché lontana anni luce dall'oscurantismo religioso, ma più vicina alla tradizione di quanto non si creda se si vanno a toccare i valori fondamentali. Tant'è che in qualche punto mi sono perfino trovata d'accordo con Adinolfi e ciò è roba da Ufo. Qui sul banco di accusa c'è solo una cosa: il terrore maschile di perdere il controllo, pensando che chissà cosa facciamo se non ci controllano più. Trattasi di comprendere che un individuo libero e non in gabbia fiorisce al meglio della propria identità, mentre ingabbiato in questo sistema sfiorisce. Che poi un uomo sicuro di sé e quindi libero e autonomo può avere paura di una donna libera? No. Perciò le basi del problema maschile possono essere riportate all'insicurezza. Un individuo sicuro può essere solo felice di vedere la propria compagna fiorire. Si chiama amore.