Narcisismo dell'infanzia
C'è un narcisismo patologico che è quello dei soggetti manipolatori che spesso usano violenza, ma c'è anche un narcisismo infantile di chi ancora bloccato dalle proprie ferite dell'infanzia, si aspetta di essere accudito e riverito in maniera egocentrica dal resto del mondo. Coloro che nulla fanno ma molto si aspettano sempre dagli altri. Sono gli altri che gli devono telefonare, gli altri che si devono fare sentire, che gli devono trovare un lavoro, che gli devono fare sapere se ci sono opportunità, sono gli altri che lo devono aiutare a fare questo o quello, scaricando sempre sugli altri l'essere motore di qualcosa.
Cioè insomma, in poche parole, alla larga dei primi perchè sono soggetti patologici, ma anche dai secondi perché ti risucchiano energie, macinano in una lamentela continua e in una critica costante agli altri, ( spesso infondata e immotivata) mentre loro sono fermi al palo di un immobilismo radicato, sebbene abbiano tutti i mezzi per muoversi. C'è differenza tra avere problemi e avere difficoltà a uscirne e avere problemi ma non volerne uscire. Le ferite dell'infanzia bloccano spesso lo sviluppo positivo di una persona - la famosa base sicura che gli psicologi richiamano come il fondamento di una buona autostima- ma è responsabilità personale di ciascuno decidere e decidersi a sanarle, a elaborare i propri vissuti dell'infanzia per andare oltre, superare i propri copioni famigliari così come anche i modelli che ci sono stati trasmessi per costruire i propri. E soprattutto non è lecito l'egocentrismo narcisistico da adulti perché è l'esatto opposto sia dell'amore che della libertà. Queste persone sono infatti spesso incapaci di rispettare la libertà altrui, tendono a superare i confini dell'altro senza porsi problemi, per poi rivendicare la propria in altri momenti non riconoscendo a se stessi i difetti che imputano agli altri. Ad esempio, colui che pretende la puntualità perfetta dall'altro, ma poi è sempre in ritardo. La coerenza non gli è famigliare, perché implica saper scegliere, decidere, assumersi la responsabilità anche della propria solitudine, non aspettarsi di 'essere amato', ma mettersi in gioco, in una maturazione dove l'amore è solo il risultato di un percorso e non una pretesa. Da adulti tutti ci troviamo davanti al confronto con le proprie ferite dell'infanzia. Ciascuno le supera per se stesso, non per gli altri. La decisione è personale. Certo è che non è possibile sostenere con compassione adulti che fanno di queste ferite un alibi per non crescere e che per queste ferite maturano un narcisismo ancora più dirompente verso gli altri. Se non altro perché narcisismo e amore, narcisismo e buone relazioni, narcisismo e autenticità, sono due cose che non vanno affatto d'accordo. Niente è più indispensabile del proprio percorso personale, cosa che, da una parte fa crescere noi, dall'altra mette alla porta chi ci giudica e magari non ha nulla da insegnarci e meno ancora motivi e coerenza per criticarci, e ci pone in condizione invece di imparare e apprendere dove sentiamo di doverlo fare.